MASCHERINE NON A NORMA COINVOLTE SOCIETÀ BRESCIANE
Avrebbero guadagnato più di 31 miloni di euro – 23 dei quali finiti nei dividendi straordinari delle società coinvolte – vendendo allo stato mascherine non conformi durante l'emergenza Covid. A smascherare la frode di cui si sono rese protagoniste due società con sede in provincia di Brescia i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia e del Gruppo di Savona della Guardia di Finanza che in mattinata hanno eseguito sequestri per oltre 35 milioni di beni nelle province di Brescia, Lucca e Pisa. Il provvedimento preventivo è stato disposto dal GIP del tribunale di Brescia ed emesso dalla locale Procura. Interessate dai sequestri le due aziende con sede in provincia di Brescia e i rispettivi legali rappresentanti. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di frode in commercio, frode nelle pubbliche forniture, riciclaggio, autoriciclaggio, nonché di violazioni in tema di dispositivi di protezione individuale, con conseguenti riflessi sulla responsabilità amministrativa degli enti. Le indagini e e le verifiche hanno permesso di accertare che con la frode le imprese avrebbero guadagnato oltre 31 milioni di euro. Come detto, 23 di questi sarebbero finiti nei divendi straordinari divisi fra i soci. 3 milioni e 700 mila euro sarebbero stati utilizzati anche per sottoscrivere una polizza assicurativa.
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