FRANA TAVERNOLA, IL GOVERNO CHIAMATO AD INTERVENIRE

La situazione che ha tenuto in scacco il Sebino nei mesi scorsi, ovvero il rischio tzunami derivante dal possibile distacco di migliaia di metri cubi di materiale dal monte Saresano, deve essere risolta una volta per tutte. La frana infatti ha rallentato di nuovo la sua corsa e ha ripreso a scendere ad un ritmo non preoccupante ma eventi eccezionali potrebbero di nuovo mettere in moto la discesa del materiale verso il lago d'Iseo. I sindaci dei paesi rivieraschi minacciati dal pericolo onda anomala, con gli enti sovraccomunali e Autorità di Bacino hanno fatto squadra perché non vogliono aspettare che ciò si ripeta e hanno rivolto appelli alla politica ai diversi livelli e così, passata la fase della gestione dell'emergenza con centri di coordinamento, tavoli tecnici, piani di evacuazione e studi idrogeologici, ora si passa alla fase della prevenzione. La questione è arrivata all'attenzione della Camera dei Deputati tramite le Commissioni Difesa e Ambiente ed è stata votata all'unanimità una risoluzione che impegna il Governo ad attivarsi su più fronti ovvero ad attivare le Forze Armate a supporto della protezione civile in caso di bisogno, a fornire le strumentazioni di segnalazione sonora, indispensabili per avvisare la popolazione in caso di evacuazione, ad inviare sul lago d’Iseo tecnici dell’Istituto Idrografico della Marina Militare per compiere una completa mappatura e un monitoraggio del fondale, attività che non viene svolta dagli anni Settanta, a svolgere un'attività di osservazione dell’intero perimetro del lago dalla costellazione di satelliti Cosmo-Skymed, con fotografie radar in grado di individuare gli spostamenti millimetrici, a verificare le cause degli eventi franosi sul monte Saresano, della possibile correlazione tra le frane e l’attività estrattiva e la compatibilità tra l'attività estrattiva e lo stato di salute del monte stesso e ad adottare iniziative per verificare se, la ripresa dell’attività del cementificio sotto l’area di frana, possa costituire un pericolo per l’ambiente derivante dai materiali stoccati necessari per il ciclo produttivo. Viene anche chiesto di adottare iniziative per coinvolgere la Regione la quale può intervenire con finanziamenti per la messa in sicurezza del territorio dal punto di vista del dissesto idrogeologico e di attivare, nel caso in cui gli studi evidenziassero la necessità di revocare le concessioni minerarie sul monte Saresano, soluzioni per l'occupazione. La risoluzione getta quindi le base per una valutazione di impatto ambientale (VIA) che, in oltre un secolo di attività del cementificio, non sarebbe mai stata realizzata e soprattutto permetterà di mettere in sicurezza la popolazione del lago.

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