LA VALLE CAMONICA CELEBRA PANTANI
Verrà inaugurata sabato 26 giugno a Montecampione, in una cerimonia regolata dai protocolli anti Covid, alla presenza della famiglia Pantani e dei promotori del progetto, la statua dedicata al campione del ciclismo. Realizzata dall'artista Mattia Trotta, l'opera alta sei metri – che è la scultura figurativa in ferro più grande d'Europa - verrà svelata solamente il giorno dell'inaugurazione e rimarrà come simbolo dell'affetto che la Valle Camonica ha nei confronti del pirata che proprio a Montecampione tagliò per primo il traguardo di una delle tappe più memorabili del Giro d'Italia. Allo stesso tempo, la statua rappresenterà un'attrazione per gli appassionati di ciclismo che da tutta Italia giungeranno in Valle Camonica percorrendo i suoi tornanti e le sue salite. Per portare a termine il progetto, nato ben 4 anni fa, il Got, Gruppo Operatori Turistici della Valle Camonica, Sebino e Franciacorta, in collaborazione con gli enti del territorio, con Visit Brescia e con il sostegno della famiglia Pantani, ha dovuto superare le non poche difficoltà create dalla pandemia ma, seppure senza i tifosi e gli appassionati che erano pronti a giungere da tutta Italia e con un numero limitato di persone, sabato si svolgerà l'inaugurazione, al termine di una mattinata di interventi al Cinema Garden di Darfo durante la quale prenderanno la parola, accanto alle istituzioni, la mamma di Marco Pantani, campioni dello sport, giornalisti e verranno anche premiati i partecipanti al concorso di poesie dedicato proprio alla vittoria di Marco Pantani a Montecampione nel 1998. Poi il taglio del nastro dell'opera realizzata dall'artista Mattia Trotta ai 1800 di Montecampione, una statua realizzata con contributi di Regione e Comunità Montana di Valle Camonica, con il sostegno di privati e risorse del Got, che è stata donata a Montecampione e al Comune di Artogne che si è attivato per avere il sostegno degli enti, per ottenere i permessi e che ha messo a disposizione l'area pubblica dove la statua rimarrà a vegliare, con le braccia al cielo, sugli sportivi di oggi e di domani.
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