CENTO ANNI DI IMPEGNO

100 anni della sezione, 57 di Pellegrinaggio, nasce tutto da lassù, dalle vette della Grande Guerra, nasce l'impegno degli alpini camuni la cui sezione viene fondata dal generale Pietro Ronchi nel 1921, nasce il ricordo che si fa memoria del Pellegrinaggio in Adamello la prima edizione è del 1963 e fu voluta proprio dagli Adamellini, da quelle pene nere che combatterono la Guerra Bianca in Adamello. E' tutta qui l'alpinità camuna 100 anni al servizio, ieri come oggi. Gli alpini hanno scritto pagine eroiche nei due conflitti mondiali, gli alpini si sono fatti testimoni della memoria, gli alpini oggi portano avanti con tenacia la mission del servizio al prossimo, lo hanno fatto anche durante la pandemia. Dopo la cerimonia in quota, questo sabato in Valle Adamè in forma ancora ridotta, il 57esimo Pellegrinaggio in Adamello si è concluso questa domenica a Breno dopo una serata, quella di sabato, dedicata ai festeggiamenti del centenario della sezione. Ogni anno il pellegrinaggio viene dedicato. Quest'anno è stato intitolato al generale Pietro Ronchi, il fondatore delle penne nere camune. Il generale Ronchi, prima impegnato sui fronti di guerra, poi al servizio della propria comunità, la storia di un uomo che si fonde con quella del Paese-nazione e della Valle Camonica. Pietro Ronchi nacque a Breno il 15 settembre 1864 da Anna Carrobio e da Luigi Ronchi farmacista e capitano della guardia nazionale. Il 5 ottobre 1882, compiuti gli studi liceali venne ammesso all’Accademia militare di Modena da cui uscì due anni dopo col grado di sottotenente. Dopo diverse destinazioni e campagne in Africa il 23 maggio 1915 con grado di tenente colonnello prese il comando del 3° Battaglione del 73° Reggimento Fanteria distinguendosi per atti di eroismo: venne ferito il 24 giugno 1915 in un attacco alle linee nemiche ma l'azione gli valse la medaglia di Bronzo, tra il 10 e il 12 ottobre 1916 partecipò alla presa di Gorizia e si guadagnò la medaglia d'argento. Nel 1916 venne promosso a Generale per meriti di guerra e destinato al comando della Brigata Calabria. Nel 1920, dopo aver ottenuto dal Governo francese due croci di guerra e la legion d'onore per gli eroici combattimenti a fianco della 23ª Divisione francese durante la conquista del monte Cesen e il passaggio del Piave, si ritirò a Breno ove si dedicò ad opere di pace a favore dei suoi convalligiani. Morì a Varese il 30 aprile 1950, ma le sue spoglie riposano nel cimitero del suo paese natale.

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