20ANNI FA LA TRAGEDIA DI LINATE

Vent’anni fa oggi, un dolore che sembra fresco di ieri, di quelli che non passano mai. Centodiciotto morti, 8 bergamaschi: oltre a Giovanni, Clara e il piccolo Michele rota di soli 6 anni, a bordo del volo della Sas SK086 da Milano Linate a Copenaghen, c’erano Simone Zanoli, Angelo Scaburri, Romano Blasi, Renato Dosmo e Gian Bortolo Bettoni. La più grande tragedia dell’aviazione civile in Italia. Era un lunedì mattina molto milanese, di quelli con la nebbia e un viavai continuo di passeggeri pronti ad imbarcarsi per ogni dove a Linate. I primi voli del mattino, quelli che ti consentono di arrivare a destinazione pronti per cominciare con il lavoro. Un lunedì mattina come tanti, magari con l’inevitabile pensiero a quanto successo poche settimane prima, a quell’11 settembre che ha segnato in modo indelebile le nostre vite, soprattutto quella di chi deve prendere un aereo. Gesti meccanici, la coda in tangenziale, il parcheggio, il check-in, il gate d’imbarco, la partenza fissata per le 7,35. Invece la nebbia fa ritardare tutto e solo alle 7,54 l’Md87 della Sas con a bordo 110 persone tra passeggeri ed equipaggio comincia a rullare sulla pista in vista del decollo: alle 8,10 si stacca appena appena da terra ma sulla sua rotta trova un Cessna, un piccolo velivolo privato, con a bordo 4 passeggeri che taglia letteralmente la strada. L’Md87 ha quasi raggiunto i 300 chilometri orari e spezza in tre parti il Cessna polverizzandolo: il comandante capisce di aver perso un motore nell’urto e pure parte del carrello, tenta di prendere quota ma non ce la fa e l’aereo si schianta contro il deposito bagagli che prende fuoco e si ferma a poche decine di metri da una pompa di benzina sul viale che conduce a Linate. Nell’incendio del capannone muoiono anche 4 dei 5 addetti al lavoro, si salva solo Pasquale Padovano che riporta ustioni su oltre l’80% del corpo e che in questi 20 anni ha subito oltre 100 operazioni chirurgiche. I soccorritori che per primi arrivano sul posto si trovano davanti l’apocalisse. Nel 2004 arriva la prima condanna per 7 persone tra Enac ed Enav, in appello diventeranno 9 ma con pene ridotte. L’indulto del 2006 ridurrà di 3 anni tutte le pene: alla fine solo 2 funzionari restano in carcere e per pochi mesi. Vent’anni dopo, invece, c’è sempre quel dolore che ritorna.

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