CRESCIUTI CON IL COVID I DISTURBI ALIMENTARI

Anoressia e bulimia stanno colpendo sempre più giovani, in particolare le ragazze e le adolescenti, decisamente più che i maschi. Il campanello d’allarme è suonato con la pandemia, aumentando il numero di richieste d’aiuto in bergamasca. I disturbi, tenuti nascosti tra le mura domestiche ora, con il virus che almeno in Bergamasca, sembra più sotto controllo, i casi stanno emergendo. Alla Casa di cura Beato Palazzolo di Bergamo esiste da ormai vent’anni un Cda, Centro apposito sui disturbi per il comportamento alimentare. Analizzando le richieste di presa in carico/prime visite l’aumento è chiaro: sono state 59 nel 2020, l’anno della pandemia, quando, peraltro il Centro ha sospeso la sua attività per un lungo periodo, mentre a ottobre 2021 le richieste di presa in carico prime visite sono a oggi 131. Le richieste e le prime visite denotano pertanto una crescita del 120%. Oltre a una richiesta più elevata di aiuto, ora si assiste ad un calo dell’età delle persone che si rivolgono alla struttura bergamasca soprattutto ragazze-pazienti dai 15 anni in su, ma sono state ricevute anche richieste anche per bambine, intorno ai 10, 11 anni. Quasi sempre per anoressia. E diversi casi ora ricoverati sono situazioni davvero complesse. Giambattista Martinelli, direttore generale della Casa di cura Beato Palazzolo spiega che è proprio su una riabilitazione lunga che si gioca il consolidamento di un percorso terapeutico che metta al sicuro da ricadute di anoressia e bulimia. Noi pensiamo, continua Martinelli, che la parte della nostra filiera vada completata con la possibilità, per chi ne ha bisogno, di essere accolto in una comunità residenziale o un centro di riabilitazione ad alta intensità, e, lo dico in modo chiaro, noi guardiamo fiduciosi al progetto che riguarda l’ospedale di Piario, per cui è stato finanziato appunto un centro di questo tipo proprio i disturbi alimentari.