RECORD DI CHIAMATE INUTILI AL 112
Quasi 3 milioni di chiamate al 112 definite da Areu "inappropriate". Questi numeri record registrati dall’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza nel corso del 2020, anno d’inizio della pandemia. Come si può ben intuire il termine inappropriate sta a significare, chiamate di fatto non classificabili come vere emergenze. Allargando lo sguardo agli ultimi cinque anni dal 2017 al 2021 mai si erano toccati questi numeri, superati solo nel 2015 e nel 2016 allargando l’arco temporale di confronto a partire dal 2010, quando è iniziato a livello sperimentale a Varese il Nue 112, il Numero unico di emergenza europeo che filtra e smista alle forze dell’ordine competenti (polizia o carabinieri), ai vigili del fuoco o al soccorso sanitario le richieste di aiuto. Ma allora il servizio, esteso a tutta la Lombardia solo nel 2014, era ancora in fase di rodaggio e doveva entrare a pieno nella vita dei cittadini. Tornando al 2020 con la diffusione della pandemia e il lockdown, le centrali operative hanno ricevuto 4,9 milioni di chiamate per situazioni vissute come emergenza. Di queste, secondo quanto certificato da Areu, 3 milioni di fatto non lo erano. Il 62% sono state filtrate dagli operatori delle centrali telefoniche prima che arrivassero ai comandi delle forze dell’ordine o al 118, evitando perdite di tempo e centralini intasati. A complicare la situazione lo stato di allarme generato dalla comparsa di sintomi riconducibili alla pandemia, al quale si aggiunge il peggioramento della relazione tra cittadino e medico di base. Il Covid, in pratica, sembra aver deteriorato il rapporto di fiducia tra il paziente e il proprio medico, mettendo in risalto i problemi della medicina territoriale. Da una parte c’è l’eccessivo carico di lavoro a cui sono sottoposti i medici di base, mentre dall’altra esiste il problema relazionale e la conseguente corsa ai pronto soccorso e il ricorso alla chiamata di emergenza per situazioni che vengono vissute come urgenze in mancanza di un filtro sul territorio che aiuti a decifrarle. Ecco perché sempre più spesso si ricorre anche al farmacista di fiducia.
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