DROGA DELLO STUPRO, CONDANNATO 43ENNE
E’ finto con il patteggiamento a 2 anni e 4 mila euro di multa (pena sospesa) il processo a carico del 43enne impiegato di Albino finito in manette lo scorso settembre dopo essersi fatto spedire dall’Olanda 900 dosi della cosiddetta “droga dello stupro”. Alla consegna del pacco, però, patuita nel parcheggio di un bar del paese, in pieno giorno, c’era anche una pattuglia della Mobile, venuta a sapere dell’ordinazione grazie alle indagini svolte in internet. Dall’ordine del costo di 80 euro, avrebbe ricavato circa 900 dosi di quella sostanza ormai nota come “droga dello stupro”. Gli agenti al momento del fermo, nel corso della perquisizione, nel baule della vettura rinvenivano un altro flacone della stessa sostanza da 8,6 millilitri. L’imputato, difeso dagli avvocati Riccardo Bonetti ed Eva Carminati, al giudice Laura Garufi ha sempre dichiarato di avere acquistato la sostanza per uso personale a scopo sessuale, in particolare da utilizzare con il compagno in un club per scambisti. “Senza fini offensivi”, dunque, come spiegano i suoi legali. Ad ogni modo, l’ingente quantitativo di Ghb ritrovato aveva indotto il tribunale a convalidare la misura cautelare dell’arresto. Va ricordato che l’effetto dell’assunzione della sostanza, magari inconsapevolmente tramite un cocktail, è quello di un sedativo che rende in pochi minuti euforici e toglie i freni inibitori, portando in alcuni casi all’incoscienza. Incolore, inodore, la “droga dello stupro” di solito viene spedita da Paesi in cui è legale – come l’Olanda appunto – dove è venduta anche al dettaglio, ma per quello che è: un solvente utilizzato come sverniciatore, disponibile anche sul mercato italiano ma solo per uso industriale.
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