UNA SCONFITTA NON SOLO A TAVOLINO
Episodi di questo genere se ne verificano ogni settimana, nei grandi stadi della Serie A come sui campetti di provincia. Episodi che fanno male e, in alcuni casi, anche molto rumore. Come quello accaduto nel pomeriggio di sabato 4 febbraio allo stadio comunale di Darfo Boario Terme, dove al 26’ della ripresa, la sfida valida per il campionato regionale juniores tra Darfo Boario e Carpenedolo è stata sospesa a causa dell’atteggiamento mostrato dai tesserati. La gara – che secondo il racconto di alcuni testimoni, per la tensione sprigionata in campo si sarebbe di lì a poco trasformata in una rissa – è stata infatti fermata dall’arbitro, una giovane ragazza appartenente alla vicina sezione di Lovere. La sua decisione, accolta in malomodo da ambedue le squadre, entrambe punite con una sconfitta a tavolino, ha portato – con odierno comunicato del Giudice Sportivo - anche al sanzionamento di due dirigenti, colpevoli di essersi messi le mani addosso. La giovane, attorniata dai tesserati visibilmente nervosi e in cerca di spiegazioni, si è quindi rifugiata in lacrime negli spogliatoi per poi rendersi conto, una volta uscita, di essere stata abbandonata e chiusa all’interno dell’impianto. Se per quest’ultimo accadimento ci si può appellare alla buona fede dei magazzinieri, magari non resisi conto della presenza dell’arbitro, nessuna scusante hanno invece i comportamenti espressi in campo. La gara – evidentemente caricata dai trascorsi tra le due squadre, manifestati già nel match disputato all’andata – secondo alcuni sembrava infatti più una caccia all’uomo che una partita di pallone. Per il Darfo Boario, società ospitante, anche una multa di 300 euro con l’aggravante della mancata idonea assistenza all’arbitro a fine gara, 200 quella inflitta al Carpenedolo. Ammende che si sommano alla già citata sconfitta a tavolino, un k.o. dal sapore morale anziché tecnico.
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