UN MUSEO-LABORATORIO SULLA STAMPA
Gli antichi camuni scrivevano sulla roccia, gli amanuensi scrivevano a mano un libro alla volta, e ne è passata di storia per arrivare alle stampanti di oggi. Racconta questa storia il Museo della Stampa Lodovico Pavoni di Artogne che ospita macchinari d’altri tempi e una sala dedicata a Gutemberg a cui si deve la stampa a caratteri mobili in Europa. Da qui la diffusione della stampa tipografica dal 1450 agli inizi del ‘900, periodo durante il quale dalla stampa attraverso la composizione manuale di ogni singola lettera, si passa alla realizzazione di una riga del libro attraverso piombo fuso. A velocizzare ulteriormente il processo di stampa, e quindi la circolazione delle idee, circa 80 anni dopo, l’avvento di nuove tecnologie che mettono a riposto l’arte tipografica e che adottano soluzioni fotografiche della luce che incide le lettere su fellicole, fino alla stampa offset. Creato da Simone Quetti, ex allievo della Scuola tipografica pavoniana a Brescia che ha conservato attrezzature e materiali dell’antica tipografia, il museo inaugurato nel 2009, ha fini didattici e scolastici. E’ infatti un laboratorio, dove con l'aiuto dei tipografi è possibile provare gli antichi macchinari ancora funzionanti: due torchi dell'800 - uno litografico, l'altro tipografico, una linotype mod. "Italtype Alfa", macchine piano-cilindriche - una manuale, l'altra motorizzata - e una macchina da stampa platina a stella "Heidelberg".
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