I SANATORI RIVIVONO NEL DOCUMENTARIO DI MICHELE BINO

Il passato, per Rina, è lì davanti ai suoi occhi: lo rivede ogni volta che passeggia accanto al grande rudere abbandonato dei Sanatori di Borno, che lei ancora ricorda per come erano un tempo. Rina Uberti, di Castiglione delle Stiviere, ai Sanatori ha vissuto un anno e mezzo della sua vita, lontana da casa e dagli affetti a soli 11 anni, per curare con l’aria buona e il riposo, la tisi, una malattia grave, alla lunga mortale in passato quando non c’erano gli antibiotici. A raccontare la storia di Rina, e attraverso le sue parole, la storia anche dei Sanatori, è Michele Bino, giovane di Bornato di Cazzago San Martino che dopo gli studi di grafica, si sta specializzando in cinema audiovisivo e che per adempiere ad una consegna d’esame, ha pensato, su suggerimento della sua ragazza che è la nipote di Caterina, di raccogliere una testimonianza di vita senza cercarla troppo lontano, perché le storie più belle sono spesso davanti a noi, nascoste nelle persone che ci circondano e nel loro passato. Presentato a Borno alla cittadinanza domenica 13 agosto, il documentario riporta alla luce e all’attenzione di tutti, il ruolo e lo splendore che i Sanatori hanno avuto nel passato, allontanando, in modo semplice e spontaneo, suggestioni legate a presenze e spiriti che lo stato di degrado e di abbandono della grande struttura immersa nel bosco ha ispirato legandosi a narrazioni distorte e fantasiose del passato. Costruiti agli inizi del XX secolo, all’inizio i Sanatori erano una Colonia estiva, poi adibiti alla cura dei soldati feriti della prima guerra mondiale e in seguito in Sanatori per l’epidemia di tisi, con tanto di solarium ligneo, linee liberty e come ci racconta Rina, anche un cinema e un teatro. Rina a Croce di Salven ha continuato a cercare l’aria buona anche da adulta, continuando a trascorrervi l’estate, guardando con nostalgia, durante le passeggiate con figli e nipoti, quel che resta dei Sanatori, nella speranza di vederli un giorno tornare a nuova vita.

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