GENITORE SI VENDICA E FINISCE IN CARCERE

Preso a calci, pugni e sprangate, durante la spedizione punitiva ai danni di un giovane ora 25enne. Era il 14 settembre del 2020 quando la residente in una palazzina di Sorisole, affacciata al suo appartamento, notava un ragazzo trascinarsi a fatica per strada, con il respiro spezzato dai calci, dai pugni e dai colpi sferzati con un tubo di ferro e con una cinghia. Il giovane chiedeva aiuto agli automobilisti in transito, senza ottenere risultati. Soccorso, veniva trasferito e ricoverato all’Ospedale di Ponte San Pietro con 30 giorni di prognosi per un trauma cranico e un braccio rotto. Una spedizione punitiva programmata da un idraulico 51enne di Sorisole, padre della figlia, condannato a a 5 anni e mezzo di carcere e a un risarcimento pari a 15mila euro. Imputati la figlia stessa il fidanzato e due amici. L’uomo voleva vendicare sua figlia, allora diciassettenne, che sosteneva di essere stata violentata la sera prima dal giovane in questione. La vittima ammise che c’era stato un rapporto sessuale, ma la ragazza, sua amica da tempo, era consenziente, e si fermò quando comprese che lei non se la sentiva. Ora la giovane è chiamata a processo a Brescia per avere fatto da esca. Fu lei a cercare il ragazzo, dopo la presunta violenza sessuale, a chiedergli un appuntamento per chiarire e poi a indicare agli altri dove si trovassero. Scesi dal furgone del padre della giovane con nelle mani due tubi di ferro, i ragazzini si scagliarono sul malcapitato. L’amico lo teneva bloccato a terra, schiacciandogli con un piede una mano e con l’altro la testa, e il fidanzato scaricava calci, pugni, sprangate, poi frustate con una cinghia. 

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