RACCOLTA FONDI PER LE FAMIGLIE DELLE VITTIME

La comunità islamica di Palazzolo è in lutto: quattro dei cinque operai rimasti uccisi nel crollo del cantiere Esselunga avvenuto venerdì nell’area dell’ex panificio militare a Firenze, avevano trovato casa nel bresciano. Taoufiq Haidar, di 43 anni, era in Italia da quindici anni, per otto anni è stato residente a Palazzolo e da poco aveva acquistato casa a Chiuduno, nella Bergamasca. Lascia la moglie e due figli piccoli, che non era ancora riuscito a portare con sé in Italia. Mohamed El Ferhane, 23 anni, da oltre due anni viveva nel bresciano, abitava con alcuni amici, aveva una fidanzata a Treviglio, considerato dalla comunità islamica del posto come un fratello minore, ben voluto da tutti. Nel cantiere posto sotto sequestro, i vigili del fuoco con decine di unità di personale e le squadre Usar hanno estratto anche il corpo di Rahimi Bouzekri, giunto a Palazzolo nelle ultime settimane, aveva un fratello a Rovato, aveva 56 anni e prima abitava in Abruzzo, a L’Aquila. Con loro sotto la macerie anche il tunisino Mohamed Toukabri, 54anni, arrivato dal Piemonte e in cerca di una abitazione stabile nel bresciano. Gli operai si spostavano di città in città, seguendo il lavoro, e a Firenze avevano iniziato a lavorare circa tre settimane prima, nemmeno il tempo di ricevere il primo stipendio. Mentre proseguono le indagini degli enti competenti sulla sicurezza del lavoro e mentre il sindacato sta effettuando le verifiche sulla loro situazione occupazionale -pare inoltre che uno di loro fosse in attesa del rilascio del permesso di soggiorno - Palazzolo in queste ore la macelleria islamica del paese e l’associazione Al Ikram hanno avviato una raccolta fondi per aiutare i familiari delle vittime.

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