IL GHIACCIAIO SCOMPARIRÀ ENTRO IL 2080

Fa sempre più caldo e nevica sempre meno e così il ghiacciaio dell’Adamello si sta sciogliendo. Nulla di nuovo se non fosse che ora grazie al progetto ClimAda sostenuto da Fondazione Cariplo, Regione Lombardia, Edison e Valle Camonica Servizi Vendite e coordinato da Fondazione Lombardia per l’Ambiente, le università Bicocca, Politecnico e degli Studi di Brescia, con la Comunità Montana di Valle Camonica Parco dell’Adamello, che da più di due anni porta in quota esperti e studiosi, si conosce la data presunta della sua scomparsa. Il più grande ghiacciaio d’Italia potrebbe essere solo un ricordo entro il 2080. A stabilirlo è un sistema matematico messo a punto dall’Università degli Studi di Brescia grazie alle analisi effettuate dall’Università Milano Bicocca sulla carota di ghiaccio di 224 metri estratta nel 2021 al Pian di Neve e sulla base dei rilievi effettuati dal Politecnico di Milano attraverso i cavi sensore a fibra ottica posizionati all’interno della perforazione. Secondo i risultati presentati questo martedì mattina presso il Collegio Universitario Lucchini di Brescia, la sorte del ghiacciaio dell'Adamello è segnata. Il ghiacciaio dell’Adamello rappresenta uno dei più potenti archivi della storia climatica, ambientale e umana delle Alpi Italiane e in particolare della Lombardia. Nel laboratorio dell’EuroCold LAB dell’Università di Milano-Bicocca dove le carote di ghiaccio di 224 metri vengono analizzate, è stato possibile andare indietro nel tempo, fino a 2000 anni fa, e trovare le tracce del passato congelato dal tempo. Se le registrazioni effettuate da una parte permettono di comprendere il livello di impatto che le aree urbane hanno sull’area alpina, dall’altra parte permettono di fotografare le conseguenze dei cambiamenti climatici così da sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni su un tema che tocca tutti da vicino.

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