UNA SCUOLA DI EDUCAZIONE CIVICA

Montagna sempre più facilmente raggiungibile con i mezzi meccanici o motorizzati, frequentazione in aumento, preparazione per i frequentatori spesso non adeguata e a volte decisamente scarsa. Cambia il popolo di chi va per monti e aumentano anche i malumori per la scarsa attenzione all'ambiente, alle persone che lavorano in condizioni non sempre facili, alla natura. Il rifugista del Bagozza, semplice e rustico rifugio alla porta dei Campelli di Schilpario, in modo serenamente ironico, ha affisso un cartello con la scritta: “qui si tengono lezioni di educazione civica”. Qualcuno ha anche chiesto il programma, la sede, il costo delle lezioni: evidentemente non avendo colto nemmeno la sfumatura, peraltro nemmeno troppo sottile. Silvio Visini noto nel mondo alpinistico per la sua storia personale di uomo vero di montagna, trent'anni fa, quando trasformò la baracca dei minatori abbandonata in un rifugio, scrisse il suo primo cartello, fotografato migliaia di volte “Polenta e chél che ghè”. Il rombo dei motori lungo il passo del Vivione maschera i richiami dell'oasi naturalistica di enorme bellezza rappresentata da pascoli alti, boschi secolari, rocce dolomitiche che contornano la zona. Qualcuno continua a farsi carico della loro custodia e della positiva valorizzazione, dando esempio, quindi lezione vera, di educazione civica.

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