PESTE SUINA: SERVONO INDENNIZZI

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Secondo il rapporto redatto dal governo italiano all’Europa sull’epidemia di peste suina africana in Italia, dalla fine di luglio al 19 settembre sono stati soppressi 89.458 maiali negli allevamenti di Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. Il settore ha già perso un miliardo di euro, molti allevatori sono al collasso e il prezzo dei salumi è salito. Sono 300 gli allevamenti in Lombardia nelle zone di restrizione e nuovi casi di Psa che stanno investendo Lombardia e Piemonte, in particolare nelle province di Lodi, Pavia, Vercelli e Novara. Il vettore della peste suina, sono i cinghiali, e la diffusione del virus va quindi contenuta, contenendo la diffusione dei cinghiali, come ribadisce Coldiretti che da tempo chiede indennizzi per gli allevatori colpiti ma anche norme di contenimento che non portino al collasso del settore. Recepisce in parte le richieste dell’associazione, la nuova ordinanza del Commissario straordinario alla Peste Suina Africana che estendono anche alle zone con più limitazioni la possibilità di movimentare gli animali, a seguito delle opportune verifiche e dell’autorizzazione dei servizi veterinari. “E’ indispensabile” – afferma la Coldiretti - “garantire agli allevatori la certezza degli indennizzi per i danni subiti, magari anche attraverso dei fondi emergenziali, coprendo non solo le perdite dovute agli abbattimenti, ma anche i mancati guadagni legati al fermo aziendale forzato. Senza un adeguato sostegno economico molte aziende rischiano di non sopravvivere, con gravi ripercussioni su tutta la filiera e sull'economia locale. È inoltre necessario attuare un piano di contenimento efficace per prevenire l’ulteriore diffusione della malattia nelle province non ancora colpite. Infine - conclude Coldiretti Lombardia – bisogna monitorare in maniera costante i prezzi dei suini per evitare speculazioni sui mercati, oltre che mettere in campo misure come la sospensione dei mutui e dei contributi per le aziende colpite.

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