Truffe milionarie arresti a Brescia e Como
22 arresti e oltre 21 milioni di euro sequestati in due operazioni distinte, ma incrociate della guardia di finanza di Brescia e di Como per truffe. Truffa, bancarotta, riciclaggio: sono queste le accuse per i tre bresciani raggiunti in queste ore da misure cautelari – in carcere e ai domiciliari – nell'ambito dell'inchiesta della Guardia di finanza i Brescia coordinata dalla dottoressa Erica Battaglia della locale procura. Si tratta di un agente finanziario, del legale rappresentante di una società e di una donna, la factotum del gruppo. Per ottenere per un'impresa finanziamenti pubblici, per la maggior parte dal Fondo centrale di garanzia a favore delle P.M.I. del Mediocredito Centrale – hanno presentato documenti falsi ed alterato i bilanci. L'agente finanziario, per dimostrare alla banca la solidità dell'impresa – che in realtà si trovava in una situazione di dissesto finanziario – ha prodotto fatture false, business plan inesistenti, bilanci alterati. L'agente finanziario, pur non facendo parte dell'azienda, si era di fatto trasformato nel suo amministratore svolgendo un doppio ruolo e dando all'istituto bancario per cui lavorava – che oltre ad essersi dichiarato estraneo ai fatti si presenta come parte lesa – false informazioni per poter garantire i contributi di cui l'azienda richiedente non avrebbe potuto beneficiare. Parte di questi finivano direttamente sul suo conto corrente attraverso operazioni commerciali non coerenti. Dopo le accurate indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della guardia di finanza di Brescia, in queste ore la procura ha emesso i tre ordini di custodia cautelare e sequestrato oltre 6 milioni di euro. Contestualmente, nell’ambito di un altro filone investigativo, militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Como, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Monza, hanno eseguito altre misure cautelari per analoghe vicende nei confronti di altre 19 persone che grosso modo con lo stesso modus operandi dei tre bresciani – l'agente finanziario è coinvolto anche in questa inchiesta – ottenevano finanziamenti e prestiti per aziende che non avevano i requisiti per averli. Lo schema di frode era ben rodato: dopo aver individuato società attraverso cui chiedere il finanziamento, i truffatori ne acquisivano le quote, falsificavano i bilanci e le ricapitalizzavano. Dopo il maquillage contabile, la società di turno era pronta per presentare la domanda di finanziamento; dopo l’accredito, la provvista ottenuta veniva impiegata in minima parte per pagare i costi “fissi” mentre la maggior parte era spesa per esigenze personali (acquisto di autovetture di grossa cilindrata e camper) o drenata con varie modalità. Il meccanismo di truffa è stato smascherato grazie al coordinamento fra le due procure di Brescia e Monza che ha permesso alla guardia di finanza di Como di sequestrare quasi 14 milioni di euro, profitto dei reati contestati che si aggiungono agli oltre 6 sequestrati a Brescia.
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