Braccio di ferro per il collegamento Colere Lizzola

Continua il braccio di ferro sul comprensorio Colere-Lizzola. Il progetto da 70 milioni per collegare le due stazioni sciistiche con un tunnel sotto il Pizzo di Petto ha richiamato duecento persone fino alla mezzanotte a Vilminore di Scalve, intervenute all’incontro dal titolo “Comprensorio sciistico: patrimonio di tutti o parco divertimento per pochi?”. Il 26 dicembre una petizione online è stata lanciata dal collettivo «terreAlt(r)e», nato, per ragioni ormai note, come ricordato in precedenti servizi, che al 6 gennaio ha portato alla raccolta firme sottoscritte da 5061 contrari. È invece a quota 2.231 la petizione di risposta lanciata dal sindaco di Valbondione Walter Semperboni: “L’altra è firmata anche da gente del Sud, ha affermato il primo cittadino, la nostra da persone della zona. La Val Seriana si sta spopolando e le associazioni ambientaliste si permettono di dire no. Noi ci adopereremo affinché il comprensorio divenga realtà”. Nel corso dell’incontro il Cai Val di Scalve ha espresso chiaramente la sua contrarietà al progetto.  Il progetto viene bocciato, al di là di tutte le obiezioni mosse in questi mesi, soprattutto per “una questione di carattere culturale”. “Siamo convinti — si chiede il Cai — che l’unica possibilità che abbiamo di valorizzare il nostro patrimonio sia quello di deturparlo in maniera irreversibile per adeguarlo a un modello di turismo che declina il rapporto fra uomo e natura in termini di consumo?”. Viene proposto quindi di investire in “frequentazione lenta e leggera, fatta di scoperte e anche di incontro con gli abitanti del luogo”.  Domenico Belingheri, presidente del Cai Valle di Scalve ha sottolineato: “Quella del comprensorio è un’idea progettuale vecchia di 30 o 40 anni. Oggi abbiamo gli strumenti per qualche cosa di più ambizioso e lungimirante. Da costruire insieme”.

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