PETIZIONE ONLINE SULLE MINIERE

Promossa una petizione online su Change.org, arrivata a più di 900 firme, per esprimere la «netta e decisa» contrarietà alla riapertura delle miniere di Oltre il Colle e Gorno. Atre 350 firme sono state raccolte con il passaparola e in piazza, a Pasqua e Pasquetta. “Le nostre comunità — scrive il comitato — non rinnegano il proprio passato minerario, ma sono consapevoli che i paradigmi della società industriale e tecnologica comportano uno sfruttamento del territorio oggi non compatibile con il valore degli ecosistemi, con le caratteristiche geomorfologiche dei luoghi e con il modello di sviluppo locale”. La domanda frequente emersa dalle assemblee pubbliche è infatti stata: “Possono convivere le miniere e un turismo incentrato sulla natura?”. Lorenzo Colombo, bancario di Zorzone, guida il comitato che si oppone al progetto della Energia Minerals. Sergio Ghilardi, è il geologo a cui il Comune di Oltre il Colle ha chiesto di esaminare il carteggio e stendere un parere, comunque non vincolante: “È negativo per vari motivi, dichiara il geologo. I principali sono il traffico di camion che si genererà e il rischio sulle sorgenti, come indicato da Uniacque”. L’operazione della Alta Zinc Limited, ricordiamo, prevede un investimento complessivo di 120 milioni, con costi operativi annui di 35 e l’obiettivo di dare lavoro a 235 persone. A Gorno il sindaco Gianpiero Calegari, non nasconde alcune perplessità: “Saremmo contenti di riaprirle, ma devono essere un valore aggiunto anche per il paese. Abbiamo calcolato che tra le case di Riso passerà un camion ogni 4 o 5 minuti, fra quelli vuoti che salgono e quelli carichi che scendono. Il cronoprogramma indica il 2022 come l’anno dell’Autorizzazione integrata ambientale e del ripristino del tunnel delle vecchie miniere chiuse nel 1982. Lungo 11 chilometri, corre sotto Menna, Arera e Grem e sbuca a Riso di Gorno, il punto più toccato, perché è là che verrà convogliato e lavorato tutto il materiale, sia il metallo sia le rocce di scarto.

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