“PAUSA” PER LE MINIERE DI GORNO

Quindici giorni per decidere il futuro delle miniere di Gorno e della Val Parina, ci riferiamo naturalmente alla loro riapertura. Questa la promessa con cui si sono lasciati, nella giornata di mercoledi 17 maggio, i vertici di Energia Minerals e il sindaco di Gorno, dopo l’incontro che doveva tenersi già ad aprile e poi slittato, s’è chiuso con l’annuncio che servono ulteriori indagini. Le trivelle dovranno quindi lavorare ancora un po’, dalle parti di Oltre il Colle, alla ricerca di ulteriori prove che il giacimento della Colonna Zorzone, definito dalle «eccellenti caratteristiche metallurgiche», possa confermare la previsione di estrarre qui, tra l’Arera e la Val del Riso, nei cunicoli chiusi nel 1982, almeno 500 mila tonnellate l’anno di zinco. Sta di fatto che, ad oggi, si sarebbe sotto di un 20 per cento. Lo mette in chiaro la società di West Perth, in Australia, nel suo ultimo report sul «Gorno Zinc project», un progetto di cui – si legge nella prima pagina – la società ha deciso di valutare una riconfigurazione. Dato per certo che «con il progetto si va avanti», assicura Marcello De Angelis, rappresentante del ramo italiano della Energia che sull’argomento si ferma qui, lasciando al comunicato che «verrà diramato tra una quindicina di giorni» il resto dei dettagli, la società australiana si prende qualche settimana di pausa per studiare il da farsi, in vista poi di stilare lo studio di fattibilità definitivo, aprire la caccia ai finanziatori e le varie domande in Regione e agli enti competenti sul territorio, passaggio obbligato per la riapertura delle miniere. Quanto al capitolo fondi, tutto dipenderà dal tipo di progetto su cui gli australiani decideranno di puntare. Parlano di un «ag giustamento» necessario a definire gli obiettivi in maniera migliore e non si esclude – si legge ancora nel report della società – una ridefinizione dell’intero progetto su scala più piccola, ipotesi che consentirà «tempi più brevi» e ««costi ridotti».

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