Agricoltura sociale, fenomeno poco conosciuto
Dalla terapia con gli asini a quella con i cavalli, fino alla cura degli animali nelle stalle, le fattorie sociali propongono un modello di welfare agricolo sempre più apprezzato, capace di offrire servizi e assistenza alle categorie più deboli. Lo sottolinea Coldiretti Bergamo in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali. “L'agricoltura sociale – spiega il direttore di Coldiretti Bergamo Erminia Comencini - è un fenomeno ancora poco conosciuto nei numeri, nelle sue specificità e nelle prospettive, tuttavia si sta ritagliando un ruolo significativo nel miglioramento della qualità della vita di molte persone, fornendo un contributo fondamentale alla tenuta sociale delle nostre comunità e alle famiglie che vivono momenti di difficoltà”. L’interazione con gli animali è uno degli aspetti più importanti del welfare rurale, un approccio innovativo che unisce – spiega Coldiretti Bergamo – l’agricoltura alle pratiche sociali, con l'obiettivo di promuovere l'inclusione sociale, il benessere e lo sviluppo sostenibile. L’interazione con gli animali, in particolare, può portare a numerosi benefici, sia a livello fisico che psicologico. Ma è importante anche il lavoro delle fattorie didattiche che offrono ai bambini l'opportunità di entrare in contatto con diversi animali, imparando a rispettarli e a prendersi cura di loro. Queste esperienze favoriscono lo sviluppo di competenze sociali, cognitive ed emotive. In provincia di Bergamo le fattorie sociali iscritte all’Albo di Regione Lombardia sono 6, mentre le fattorie didattiche sono 46, un segmento dell’agricoltura in costante evoluzione, che coniuga le funzioni produttive con lo svolgimento di attività di formazione, inserimento, riabilitazione, servizi all’infanzia. In Italia sono nate circa 9.000 fattorie sociali nelle zone rurali e nel corso dell'ultimo anno, sono oltre 50.000 persone che hanno beneficiato dei servizi offerti grazie all'impegno sociale degli agricoltori. Questi servizi comprendono il supporto a disabili motori e cognitivi, persone con autismo, detenuti ed ex detenuti, minori in difficoltà o con problemi di apprendimento, donne vittime di abusi, anziani, individui con difficoltà relazionali o dipendenze, disoccupati e migranti.
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