La montagna non si arrende

14 mobilitazioni simultanee dalle Alpi agli Appennini, 31 realtà tra associazioni, collettivi e comunità territoriali coinvolte: sono i numeri della più grande mobilitazione nazionale mai organizzata per il futuro delle terre alte. Una delle iniziative ha coinvolto la Valle Camonica dove questa domenica mattina si sono dati appuntamento i rappresentanti di numerose associazioni del territorio per chiedere per la montagna camuna e bresciana uno sviluppo più sostenibile. Fra un anno apriranno i giochi olimpici invernali Milano-Cortina e secondo gli organizzatori della mobilitazione l'evento accelererà un modello di sviluppo che potrebbe far male alla montagna, una montagna in sofferenza per i ghiacciati che collassano (entro la fine del secolo l'Adamello potrebbe essersi sciolto), il permafrost che si scioglie, i giovani che se ne vanno. Lo spunto sono le olimpiadi invernali del 2026, ma le mobilitazioni – tra l'altro quella a Bormio non è stata autorizzata - riguardano anche altri territori come il Terminillo nel Lazio, dove si progettano nuovi impianti, le Marche, dove sul Monte Strega e sui Monti Sibillini le comunità si battono per un modello di sviluppo sostenibile, il Molise per il progetto Pizzone II, che minaccia l’integrità del Parco Nazionale d’Abruzzo. In alta Valle Camonica l'attenzione è stata posta anche sul nuovo progetto del Monte Tonale Occidentale. Un centinaio i partecipati all'iniziativa in alta Valle Camonica. Sfidando il maltempo hanno affrontato un percorso di circa 9 chilometri per dire che la montagna non si arrende.

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