Tiene l’informazione locale

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Il Corecom Lombardia ha presentato un dossier realizzato in collaborazione con Polis Lombardia per tracciare la fotografia della situazione che stanno vivendo i media locali e per capire quali futuro hanno davanti alle nuove tecnologie che emergono e alla crisi del mercato. L’analisi è emersa durante un convegno ospitato a Palazzo Pirelli, introdotto dal presidente del Corecom Lombardia Cesare Gariboldi che ha ricordato l’importanza di riconoscere il ruolo strategico dell’informazione locale nel mantenimento di una democrazia basata su un’informazione libera e di prossimità. Per queste ragioni la Regione, grazie alla legge per il pluralismo e l’innovazione, stanzia ogni anno 1 mln di euro a sostegno dell’editoria locale. Ad introdurre i lavori, il presidente del consiglio regionale Federico Romani che ha parlato anche dell’importanza di tutelare la figura del giornalista, colui che ha la formazione per informare rispettando regole deontologiche e verità, in una stagione in cui le intelligenze artificiali possono produrre contenuti che non devono essere confusi con le notizie. Il problema delle fake news e della verifiche delle fonti diventa quindi centrale. Secondo quanto emerso dalla ricerca condotta dall’Istituto PoliS-Lombardia e commissionata dal Corecom Lombardia, L’informazione locale è organizzata sulle province, i quotidiani sono su base provinciale anche se hanno una vocazione nazionale, si caratterizzano per un bacino territoriale preciso di riferimento, più ristretto rispetto a quello regionale, sia in termini di notizie che di mercato pubbliciitario. Anche i siti di informazione giornalistica operano su base provinciale e in certi casi anche su base subprovinciale, quando esiste una realtà socioeconomica sul territorio che non è adeguatamente coperta dai media locali. Tutte le radio e le tevisioni invece oggi trasmettono su tutta la regioni e possono allargare il loro mercato di riferimento rispetto a quello provinciale, ma nessuna emittente ha manifestato l’intenzione di farlo, a conferma del fatto che sotto il profilo economico la provincia costituisce sempre il tipico mercato di riferimento. Un mercato però che, sottolineano gli editori, è in calo a causa anche della crisi che vivono molte attività commerciali, potenziali clienti pubblicitari di giornali radio sito e tv, che soccombono di fronte al mercato elettronico. Si riduce quindi il bacino pubblicitario dei mezzi locali. Le preoccupazioni ci sono anche sul lato editoriale, per via della contrazione degli ascolti e delle vendite registrata da molti operatori negli ultimi 15 anni durante i quali in particolare i quotidiani hanno perso oltre la metà delle copie vendute. Sebbene il calo sia stato meno pronunciato rispetto a quello dei quotidiani nazionali, rappresenta comunque un significativo ridimensionamento che ha costretto a contrarre i costi fissi, con ripercussioni innanzitutto sulle redazioni. In questo scenario emerge come l’informazione locale ha retto meglio l’impatto della diffusione dei nuovi modelli di produzione e consumo di notizie. Ciò perché i media locali rappresentano la composizione sociale delle comunità e ne rafforzano la coesione.

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