CONTROLLI ANTI BRACCONAGGIO
Reti posizionati su dei pali, per catturare i volatili. Così agiva il bracconiere denunciato dai Carabinieri Forestali delle Stazioni di Gavardo, Brescia e Vobarno che dopo un lungo appostamento, lo hanno sorpreso a Remedello, nel bresciano, mentre prelevava i volatili appartenenti a specie protette, dalle reti che aveva posizionato su alcuni pali. L'uomo, un 50enne, a casa aveva inoltre diverse trappole, richiami elettromagnetici, fauna morta particolarmente protetta e anche un Prispolone vivo senza anellino di identificazione, quindi di cattura. Il cinquantenne, in possesso di regolare licenza di caccia, rischia anche il ritiro del porto d’armi uso caccia. Non si tratta dell'unica operazione antibracconaggio portata a termine in queste settimane dal Gruppo Carabinieri Forestale di Brescia, comandati dal Ten. Col. Giuseppe Tedeschi. Sono state denunciate per reati venatori 15 persone, sequestrate oltre 1000 mt di reti da uccellagione, 440 trappole (sep, prodine, trappole, cappi, archetti e richiami), 450capi di avifauna morta particolarmente protetta, 150 richiami vivi, 20 fucili, 5 pistole e circa 5000 munizioni. Inoltre nei giorni scorsi i carabinieri Forestali del Gruppo di Brescia hanno brillantemente portato a termine una complessa attività investigativa finalizzata al contrasto della macellazione clandestina di capi ovini. L’indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore dott. Ambrogio Cassiani, ha consentito di cogliere in flagranza di reato un pastore di Calvisano. I militari nella sua azienda hanno trovato 9 capi ovini occultati nella cella frigorifera della cascina e macellati abusivamente, tramite il cruento rito Halal: una pratica che prevede l'uccisione con sgozzamento con recisione della carotide, per fare defluire tutto il sangue considerato, per i musulmani, impuro. I carabinieri della forestale hanno notato un andirivieni di cittadini di religione islamica che giungevano nella cascina per acquistare il loro montone, che sarebbe stato scelto pagato e macellato sul posto secondo il rituale dell’Halal. Per il reato di macellazione clandestina le pene previste sono l'arresto da sei mesi ad un anno o la multa fino a euro 150.000, in relazione alla gravità dell'attività posta in essere.
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