SOS FIUMI

Non manca il disappunto dopo la chiusura della stagione di pesca in bergamasca. Quella trascorsa infatti, è stata diversa dal solito per i pescatori orobici che si sono trovati di fronte nuove problematiche, a partire dal rinnovo della licenza inizialmente solo online, alla mancanza di materiale di «pronta pesca», che veniva rilasciato pochi giorni prima dell’apertura, dopo il passaggio delle competenze dalla Provincia alla Regione delle deleghe in materia. Questo vuoto burocratico ha portato all’aumento del bracconaggio in generale ed episodi sempre più frequenti di inquinamento e dulcis in fundo l’insediamento di nuove centraline nelle acque della provincia. I soli a tentare di sopperire a questo vuoto politico sono stati i pescatori volontari dell’Associazione Pescatori di Bergamo convenzionata Fipsas. La costruzione di centraline per la produzione di energia elettrica sta modificando l’alveo dei fiumi, come a Ponte San Pietro, ma anche in una località ben più avvolta dalla natura come nel torrente Romna in Val Gandino, due dei tantissimi esempi presenti sul territorio. A questo va ad aggiungersi la questione del deflusso minimo, vale a dire la quantità minima che in un corso d’acqua naturale deve essere presente a valle delle captazioni idriche al fine di mantenere vitali le condizioni di funzionalità e di qualità degli ecosistemi interessati. A tutto questo si aggiungono i diversi fenomeni di inquinamento. Ulteriori problemi sono rappresentati dalla presenza di uccelli, come cormorani e aironi, ma anche del siluro nell’Adda, nel lago di Endine e anche nel basso Brembo, pesce che in modo invasivo distrugge le specie autoctone rimaste. Sono state ben 130 le richieste d’interventi, la maggior parte d’urgenza, giunte all’attenzione dell’Associazione Pescatori di Bergamo dall’inizio dell’anno, per messe in asciutta, manutenzione urgenti, lavori in alveo, campionamenti per insediamento di nuove centraline e studi scientifici che richiedono l’intervento con l’elettrostorditore sui fiumi della Bergamasca. L’estate, per concludere, è trascorsa tra recuperi, danni ambientali frutto dell’inquinamento e rilevamenti sull’insediamento di centraline, attività da potenziare, al fine di garantire la salvaguardia di un patrimonio che rischia l' abbandono.

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