FATTURE FALSE PER 19 MLN DI EURO

Si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Così due vecchie conoscenze della Guardia di Finanza di Pisogne, sono state iscritte di nuovo, nel registro degli indagati della Procura di Brescia, per fatture false. Si tratta di due camuni, in stretta relazione di parentela fra di loro, accusati di essere gli amministratori occulti dietro a due prestanome, di due società, con sede legale a Bresia ed hinterland, ma in realtà cartiere, produttrici di semplici carte contabili, nello specifico, di fatture false nel settore del commercio di rottami ferrosi. Le indagini guidate dal Luogotenente Bruno Gerbini, battezzata “Vincolum” per via dello stretto vincolo familiare che garantiva l’impermeabilità della struttura criminale, è partita a maggio dell'anno scorso. 19 milioni di euro di fatture false per operazioni inesistenti, emesse dal 2012 al 2016 per consentire a numerose società della provincia di Brescia e di Bergamo, di effettuare acquisti in nero e di abbattere i ricavi di impresa. I rappresentanti delle società coinvolte nella frode e denunciati per l'emissione e l'utilizzo di fatture false e per la distruzione o occultamento della documentazione contabile, rischiano fino a sei anni di carcere e le fatture false si confermano, un fenomeno diffuso nel tessuto economico locale.

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