MAXI OPERAZIONE CONTRO LA 'NDRANGHETA
La criminalità organizzata si è infiltrata nel settore dell'autotrasporto e in quello immobiliare nella provincia di Mantova dove la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza hanno sequestrato società per un valore di 1 mln e mezzo di euro riconducibili alla 'ndrangheta di Viadana e nella provincia di Bergamo dove sempre questo mercoledì 10 febbraio i carabinieri del comando provinciale hanno fermato quattro persone, un imprenditore di Seriate, sua moglie e due presunti affiliati alla ‘Ndrangheta di casa in Calabria e in Piemonte, ora tutti in carcere. A gettare le basi delle strutture periferiche del sodalizio nel nord Italia, alcuni uomini originari di Isola di Capo Rizzuto e di Crotone che a partire dagli anni '90 si sono stabiliti al nord e che hanno trovato anche l'appoggio della politica come nel caso di un ex consigliere e assessore comunale di Viadana o dell'imprenditore di Seriate che avrebbe favorito l’infiltrazione nel settore dei trasporti, di soggetti legati al clan Arena di Isola Capo Rizzuto. Secondo le accuse gli uomini del clan avrebbero messo in piedi un complicato sistema per riciclare ingenti somme di denaro reinvestendole, principalmente, in aziende attive nel trasporto di merce su gomma e in operazioni immobiliari. A fare luce sul radicamento della criminalità organizzata nel territorio mantovano, la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Brescia nell'ambito dell'indagine coordinata dai sostituti procuratori Paolo Savio e Claudia Moregola. Gli indagati, che avevano tutti un tenore di vita superiore ai redditi dichiarati e che intestavano a terzi beni e quote societarie, sono accusati anche di delitti tributari quali l’omessa dichiarazione, l’occultamento o distruzione di documenti contabili e la sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. Ma l'Nadrangheta è anche nel cremonese dove sempre la Direzione Distrettuale Antimafia bresciana con i Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia e Cremona della Guardia di Finanza ha effettuato perquisizioni personali, domiciliari e societarie a carico di sodali del clan Grande Aracri che tramite società operanti nel settore edile, commetteva frodi fiscali attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture false.
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