MAFIA IN GIACCA E CRAVATTA A BRESCIA
75 arresti, 35 milioni di beni sequestrati, 200 indagati e centinaia di perquisizioni. In sintesi l'operazione Leonessa della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato di Brescia coordinato dalla DDA della locale procura della Repubblica che ha disarticolato una cosca della stidda (organizzazione mafiosa che opera in Sicilia prevalentemente nella province di Agrigento, Caltanisetta, Enna, Ragusa e Catania che alla fine degli anni '80 si era contrapposta a Cosa Nostra) con quartier generale proprio a Brescia che ha inquinato operazioni commerciali permettendo ad una vasta platea di di imprenditori di evadere il fisco per diverse decine di milioni di euro cedendo loro crediti fiscali inesistenti. Mafia con giacca e cravatta, l'anello di congiunzione fra gli imprenditori del Nord erano i cosiddetti colletti bianchi che avevano il compito di individuare tra i loro clienti – in Piemonte, Lombardia, Toscana, ma anche Lazio, Calabria, Sicilia - quelli disponibili al risparmio fiscale. Si tratta di imprenditori operanti nei più svariati campi. Le indagini, partite nel 2017, hanno permesso di ricostruire le attività di reimpiego e riciclaggio, attuate attraverso società operanti, ad esempio, nei settori della consulenza amministrativa, finanziaria e aziendale, della sponsorizzazione di eventi e del marketing sportivo, del noleggio di auto, barche ed aerei, del commercio all'ingrosso, di studi medici specialistici, della fabbricazione di apparecchiature per illuminazione e della gestione di bar. Oltre quello mafioso sono emersi altri due filoni investigaviti: il tradizionale settore della fatture false e il filone della corruzione dove gli imprenditori attraverso mazzette e favori a pubblici funazionari ottenevano significativi risparmi fiscali. Insomma la stidda – responsabile di efferati omicidi nei confronti di uomini dello Stato – nella sua versione settentrionale si è dimostrata capace di una vera e propria metamorfosi evolutiva sostituendo ai reati tradizionali nuovi business. Ma pur mutando il business, gli stiddari hanno mantenuto le “antiche” modalità mafiose nel loro quotidiano agire: pur “in giacca e cravatta”, sono rimasti fedeli ai comportamenti tipici della mafiosità, manifestando capacità di intimidazione nei confronti della concorrenza e di affiliati ritenuti inaffidabili, offrendo, in aggiunta ai crediti fittizi, protezione agli imprenditori che ne hanno fatto richiesta, estromettendo con violenza i partecipi delle società in cui avevano reinvestito i proventi illeciti. Fra le 75 persone – l'operazione è scattata questa notte impiegando circa 300 uomini della Squadra Mobile e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia, con il supporto dello SCO della Polizia di Stato e dello SCICO della Guardia di Finanza – 15 sono destinatari di misura cautelare per associazione mafiosa, 15 per indebita compensazione, 18 per reati contro la pubblica amministrazione e 27 per emissione e utilizzo di fatture false.
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