I 1000 GIORNI DA PRESIDENTE DI MOTTINELLI
Prima trasformate in enti di secondo livello dalla Del Rio, poi ridimensionate per competenze e risorse, poi riconfermate nella Costituzione dai cittadini senza che però il Governo assicurasse le risorse economiche per lo svolgimento delle loro funzioni. Sono stati tre anni difficili per le Province. Nei 1000 giorni di lavoro che hanno caratterizzato il mandato di Presidente della provincia di Brescia, le incertezze sul futuro sono state molte ma non è mancata la volontà, da parte degli amministratori e di tutto il personale, di superarle. A volte si è temuto di non riuscire a garantire la manutezione e gli investimenti sui 2000 km di strade provinciali e su 58 istituti scolastici con 50 mila studenti iscritti. Ma la Provincia le risorse le ha trovate, vendendo il proprio patrimonio immobiliare, come la Prefettura e la Caserma Masotti di Piazza Tebaldo Brusato, e finanziario, cedendo la partecipazione in A4 Holding spa per un importo di 24,6 milioni. Così la Provincia non ha trovato solo il modo di finanziare strade, con 30,5 mln di euro in tre anni, scuole con 34 mln fra spese e investimenti, senza dimenticare altri ambiti come l'ambiente, la gestione delle acque e l'innovazione, ma è riuscita anche a chiudere i rendiconti con avanzo di amministrazione, rispettando il Patto di Stabilità interno. La Provincia di Brescia detiene al 30 settembre 2017 detiene infatti un fondo di cassa pari a 144 milioni. Non solo, nel triennio 2014-2016, per effetto delle manovre finanziarie che si sono succedute, la Provincia di Brescia ha dovuto trasferire complessivamente alla Stato circa 140 milioni di euro. Per questi la Provincia di Brescia si unisce agli altri enti locali che chiedono allo Stato, attraverso il referendum per l'autonomia, maggiori risorse, a patto che poi la trattativa della Regione, veda protagonisti i territori.
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