IL 4 MARZO DOPPIA CHIAMATA ALLE URNE

Il 4 marzo sarà l'election day. Quindi gli elettori di tutta Italia saranno chiamati ad eleggere parlamentari e senatori per rinnovare Camera e Senato e gli elettori della Regione Lombardia così come quelli del Lazio, depositata una scheda elettorale, dovranno prenderne un'altra e votare anche per l'elezione di presidente di Regione Lombardia e dei consiglieri regionali. L'accorpamento tra elezioni regionali e politiche era quello aveva chiesto il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni, al termine del suo primo mandato e candidato unico per il centrodestra nella corsa alla guida di Palazzo Lombardia. Sia a livello regionale infatti, sia a livello nazionale, gli elettori avranno chiara l'alleanza di Lega Nord, Fratelli d'Italia e Forza Italia, senza una dispersione di voti dell'elettorato di centro destra. Non così semplice invece la situazione del centrosinistra, con il PD che appoggia alle regionali il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, sostenuto anche da due liste civiche, ma che non ha trovato l'accordo con Liberi e Uguali di Pietro Grasso che potrebbe correre da solo, schierando, d'accordo la componente di Sinistra italiana, un proprio candidato alla presidenza della Regione, dividendo di fatto in questo modo, l'elettorato del centrosinistra. Una situazione che se sarà diversa da quella nazionale dove le prove di alleanze sono in corso, potrebbe confondere gli elettori durante l'election day e infatti Gori commenta senza entusiasmo la notizia dell'election day affermando che inevitabilmente ciò comprimerà gli spazi di dibattito sui temi lombardi. La concomitanza tra il voto regionale e politico, per risparmiare quasi 100 mln di euro, trova l'approvazione anche del candidato alla presidenza di Regione Lombardia del Movimento 5 Stelle Dario Violi, consigliere regionale uscente, che in questi giorni punta il dito contro quella che ha battezzato l'operazione Frankenstein dei gruppi politici che in Consiglio regionale cambiano nome. Ad esempio "Patto Civico" che aveva sostenuto la candidatura a governatore di Umberto Ambrosoli ha chiesto la denominazione "Gori presidente" e gli Ncd sono diventati "Noi con l'Italia". Sigle nuove che grazie al fatto di risultare presenti nell'attuale consiglio regionale - anche per una manciata di giorni - non saranno costrette a raccogliere le firme per le candidature.

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