OPERAZIONE FREE FUEL

7 ordinanze di custodia cautelare in carcere, disposte dal GIP del Tribunale di Brescia, nei confronti di due brokers residenti in Lombardia, quattro persone residenti in Campania ed una quinta residente in Umbria, tutte operanti nella commercializzazione dei prodotti petroliferi. Nello stesso contesto, oltre alle misure cautelari personali, il Gip ha ordinato il sequestro preventivo di beni per oltre 5,2 milioni di euro. Si tratta dell’Operazione “FREE FUEL”, che vede impegnati dalla mattinata di mercoledi 10 gennaio gli uomini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Brescia e della Tenenza di Desenzano del Garda, supportati da alcuni Reparti territoriali del Corpo operanti in Campania e Umbria sotto la direzione della Procura della Repubblica di Brescia con il coordinamento della Procura Nazionale Antimafia. L’imponente frode fiscale ha interessato 16 milioni di litri di carburante provenienti dalla Slovenia e dalla Croazia. Il fine perseguito era quello di abbassare artificiosamente il prezzo finale del prodotto “alla pompa”, attraverso la creazione di società “filtro” che sistematicamente hanno omesso il versamento dell’IVA dovuta all’Erario. Infatti, la merce, effettuava due “viaggi” differenti: un “viaggio fisico”, partendo dall’estero e, a mezzo di autobotti, raggiungeva direttamente depositi fiscali situati a Roma, Genova e Vigevano (PV), per poi essere velocemente inviata presso i distributori stradali. Il carburante, infatti, veniva formalmente ceduto, dapprima, a due società ubicate in Bulgaria e Romania, ma gestite dall’organizzazione criminale; in un secondo momento, veniva poi fatturato a due “cartiere” italiane, le quali non versavano le imposte. Infine, il carburante veniva venduto a imprese che gestiscono distributori stradali, tre delle quali sono risultate consapevoli del sistema di frode posto in essere. Le Fiamme gialle bresciane hanno scovato un vero e proprio nascondiglio dotato di “sistema di sicurezza anti-polizia”. L’ufficio era dotato di telecamere di sorveglianza interne ed esterne e di un ingresso blindato di piccole dimensioni. Gli elementi probatori hanno consentito di ipotizzare che il meccanismo di frode sia stato perpetrato al fine di agevolare la “Camorra” campana. Al momento risultano indagate 14 persone.

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