LA CROCE NON MOSTRA SEGNI SOSPETTI
Lunedì 19 marzo si è celebrata un'altra udienza del processo per la morte di Marco Gusmini, il 21enne di Lovere deceduto il 24 aprile del 2014 al Dosso dell’Androla a Cevo per il crollo della croce in legno disegnata da Enrico Job per la visita di Giovanni Paolo II a Brescia nel settembre 1998 quando proclamò beato Giuseppe Tovini allo stadio di Mompiano. Marco era in gita con l'oratorio dove collaborava come animatore: poco dopo le 14.00 di quel venerdì 24 aprile, dopo uno scricchiolio prolungato e sinistro, il pesante manufatto si spezzò schiacciando Marco che si trovava proprio sotto. Altri ragazzi, che erano con lui, riuscirono a mettersi in salvo. Marco, che aveva una difficoltà motoria, non è riuscito a sottrarsi in tempo. Per quella morte si sono già celebrate parti del processo, mentre ora sta continuando il filone che vede indagati il presidente dell’associazione culturale «Croce del Papa» Marco Maffessoli e alcuni componenti della stessa associazione: don Filippo Stefani (parroco di Cevo), Elsa Belotti, Bortolino Balotti e il direttore dei lavori Renato Zanoni. Due settimane fa vennero assolti definitivamente Mons. Ivo Panteghini e don Giuliano Chiapparini. Nell’udienza che si è tenuta ieri sono stati ascoltati alcuni dei tecnici e degli operai che avevano lavorato nelle diverse operazioni che avevano interessato l’opera. Davanti ai giudici presieduti da Riccardo Moreschi sono sfilati geometri, imbianchini e operai che hanno raccontato quali fossero state le loro mansioni nei diversi cantieri e quali operazioni avessero svolto sul basamento, sulla cripta e sul legno del sostegno. Tutti hanno ribadito, contrariamente ai periti della Procura ascoltati lo scorso 5 marzo, di non aver notato segni di danneggiamento della struttura. La prossima udienza è ora stata messa in calendario per il 28 maggio mentre per il 2 luglio è previsto l'interrogatorio degli imputati.
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