ULTIMO ATTO PER LA CROCE DI CEVO

Il 24 aprile 2014 la Croce del Papa sul dosso dell'Androla a Cevo, opera di Enrico Job, si spezzava all'improvviso piombando a terra e uccidendo Marco Gusmini, animatore 20enne del Grest di Lovere che era in gita a Cevo con l'Oratorio, in preparazione alla giornata di canonizzazione di Giovanni Paolo II dell'indomani a Roma. Da allora si sono susseguite indagini approfondite e complesse, nelle quali dall'inchiesta sono entrati e usciti vari indagati a vario titolo. Dopo l'assoluzione piena di Mauro Bazzana, Sindaco di Cevo all'epoca dell'erezione della Croce nel novembre 2005, la condanna dell'attuale Sindaco che aveva scelto la strada del patteggiamento della pena, la condanna del tecnico comunale, condannato con rito abbreviato ad un anno, ma che ha ricorso in appello: ricorso che verrà discusso il prossimo 16 ottobre, il proscioglimento in istruttoria per Don Santo Chiapparini (vicario zonale) e Mons. Ivo Panteghini (responsabile dei beni culturali della Diocesi di Brescia), altrui 5 membri dell'Associazione Croce del papa sono stati rinviati a giudizio. Il processo di assise si è svolto lunedì 10 settembre presso il Tribunale di Brescia. Al termine del dibattimento, il pm Katy Bressanelli ha chiesto la condanna ad un anno e due mesi per Marco Maffessoli e Renato Zanoni, presidente dell'associazione culturale Croce del Papa e direttore dei lavori di manutenzione svolti nel 2013. Chiesta la condanna a dieci mesi per Don Filippo Stefani, parroco di Cevo, e a nove mesi per Lino Balotti e Elsa Belotti, componenti dell’associazione all'epoca dei fatti. La sentenza è prevista per il prossimo 11 ottobre. La PM ritiene dunque gli imputati responsabili del crollo della Croce e ha chiesto cinque nuove condanne per la morte di Marco Gusmini.

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