CONDANNA PER IL CROLLO DI CEVO

La Corte di Cassazione ha confermato le accuse e quindi la condanna per omicidio colposo a un anno e quattro mesi nei confronti di Marco Maffessoli, l’allora presidente dell’Associazione Croce del papa di Cev, che aveva presentato ricorso contro la condanna in Appello. Nella sentenza della suprema Corte si legge che: “È pacifico e non contestato che il crollo di parte della Croce del Papa è avvenuto a causa del pessimo stato di conservazione del legno in particolare per la presenza di zone con diffusa marcescenza e che una periodica verifica avrebbe potuto evidenziare l’elevato grado di umidità all’interno del legno». Il 24 aprile 2014 attorno alle 13.00 la Croce di Enrico Job sul dosso dell'Androla a Cevo all'improvviso si spezzò in due tronconi: le braccia con la statua del Cristo crocifisso cadendo a terra colpirono Marco Gusmini, 20enne loverese, che si trovava lì con gli altri amici dell'oratorio di Lovere per una giornata di festa e preghiera in preparazione alla canonizzazione di Giovanni Paolo II che si è poi tenuta a Roma il giorno successivo. Marco perse la vita sul colpo. Le indagini avevano riguardato vecchi e nuovi amministratori, la ditta costruttrice, il direttore dei lavori e soprattutto l'Associazione Croce del Papa con l'intero consiglio. Nel corso delle indagini preliminari e quindi nelle varie vasi processuali alcuni indagati uscirono subito dall'inchiesta; altri vennero rinviati a giudizio, con l'assoluzione totale dell'ex-sindaco Mauro Bazzana; altri, come l'attuale sindaco di Cevo Silvio Citroni, patteggiarono la pena. Per l'Associazione Croce del papa, l'unico imputato attualmente è il Presidente dell'Associazione croce del papa che ha deciso di ricorrere in Cassazione contro la sentenza del giudizio in appello. Nella stessa sentenza si legge ancora che «Non risulta che il Comune di Cevo avesse di fatto assunto su di sé iniziative di manutenzione della Croce del Papa, cosicchè gli organi dell’associazione non potevano fare alcun ragionevole affidamento sul fatto che l’ente comunale assolvesse agli obblighi gravanti per statuto sull’associazione, in quanto il Comune si occupava solo della manutenzione del verde situato nei pressi della Croce, trattandosi di verde pubblico». Ora Maffessoli è accusato di aver trascurato il compito primario di manutenzione, come si legge nella sentenza della Cassazione che, per questa ragione, lo ritiene responsabile.

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