ESERCITAZIONE IN GROTTA

Testare i protocolli d'allertamento e approfondire le tecniche di intervento e trasporto. Questi gli obiettivi dell'esercitazione in grotta organizzata nella Valle del Riso a Gorno lo scorso fine settimana dalla IX delegazione speleologica lombarda, quella che appartiene al Corpo nazionale del soccorso alpino. Pur appartenendo alla stessa famiglia ed utilizzando spesso materiali e tecniche comuni, però, gli interventi di carattere speleologico sono strutturati in modo molto diverso da quelli che avvengono in ambito alpino. E' facile che spesso durino anche diversi giorni, che coinvolgano molte persone, che movimentino parecchie attrezzature e materiale tecnico e che quindi abbiano bisogno di una logistica necessariamente strutturata. L’intero apparato va dunque tenuto in costante allenamento, anche per testare nuovi materiali e strumentazioni o verificare procedure d’intervento. Ed è quello che è stato fatto durante la due giorni di addestramento. Gli organizzatori, che si sono occupati per un paio di mesi di tutti gli aspetti della simulazione di sabato e domenica, hanno scelto un allertamento a sorpresa all’interno di una finestra temporale definita, senza specificare né quando, né dove, proprio come se si trattasse di un intervento reale. Alle 8:30 di sabato mattina è arrivata al delegato la segnalazione dell’ipotetico infortunio di uno speleologo. Oltre al ferito c’erano altre persone: uno è uscito dalla grotta a dare l'allarme, un secondo invece è rimasto accanto alla persona infortunata. A questo contesto si è aggiunta la preoccupazione per il mancato ritrovamento di una quarta persona che era con loro in grotta ma che poi, sempre nella simulazione, si era persa. Hanno partecipato all’esercitazione oltre i due terzi dei soccorritori iscritti alla IX Speleologica, compresi medici e sanitari, logistica e direzione delle operazioni, alla presenza del delegato responsabile di zona e del responsabile nazionale. In questi ultimi anni, inoltre, la IX delegazione speleologica lombarda che ha competenza su tutta la Regione, ha organizzato un sistema informatizzato specifico per l'allertamento dei soccorritori. Il delegato, il vicedelegato e il capostazione sono i referenti principali. La sede unica della IX Delegazione speleologica è a Stezzano (BG) ma per essere più capillari sono state identificate quattro macroaree, con un referente per ognuna di esse: corrispondono a Brescia, Bergamo, Lombardia Occidentale e Laghi, Milano Varese e Brianza. In caso d'intervento, ogni referente, una volta attivato, gestisce gli aspetti organizzativi e logistici locali. In caso di intervento i tecnici, una settantina su tutto il territorio lombardo, ricevono contemporaneamente un unico SMS attraverso Arogis, un applicativo in dotazione del CNSAS, pensato e sviluppato proprio per rispondere alle esigenze dei soccorritori. Il messaggio contiene le informazioni essenziali, un link che rimanda a un documento, in cui sono spiegati i dettagli dell’operazione e un collegamento alle coordinate GPS del luogo dove il tecnico deve recarsi, che si attiva in automatico attraverso Google Maps. Una volta ricevuto il messaggio, il tecnico risponde in merito alla propria disponibilità: se può partire subito, se non può oppure se è disponibile da un certo momento in poi. Un importante riscontro per chi, in remoto, gestisce le operazioni. I primi minuti sono vitali perché si costruisce il quadro di riferimento e si ottiene il polso della situazione. Sulla base delle informazioni ricevute e verificata la disponibilità dei tecnici si procede con la valutazione della strategia d'intervento. La parte medica è sempre coinvolta con un allertamento dedicato, data l’importanza del ruolo.

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