SANA E' STATA STRANGOLATA
Si è chiusa la triste vicenda legata alla morte di Sana Cheema, la ragazza pakistana di 26 anni cresciuta a Brescia, uccisa e strangolata nel suo paese d'origine.Dopo l’autopsia che certificava una morte violenta, nella serata di mercoledì 9 maggio il padre della vittima, Ghulam Mustafa, già agli arresti in quanto uno dei principali indiziati, ha confessato di aver ammazzato la propria figlia. Il papà della ragazza sarebbe stato aiutato da uno dei suoi figli maschi a compiere il delitto, Adnan Mustafa, mentre secondo le autorità asiatiche è ancora da chiarire la posizione del fratello del padre, Mazhar Iqbal. Sembra che la causa del delitto sia legata alle scelte di Sana che, contraria alle tradizioni arcaiche purtroppo ancora diffuse in Pakistan, stava vivendo una relazione d’amore con il compagno che si era scelto, e non con quello imposto dalla famiglia. Sembra che la ragazza stesse per prendere l'autobus che la portava all'aeroporto da cui sarebbe decollata verso l'Italia: ma il clan famigliare l'ha fermata e uccisa. Ora nei guai sarebbero finiti anche coloro che hanno organizzato il funerale e la sepoltura in tutta fretta, mentre le autorità stavano svolgendo le indagini sulla morte. Soddisfazione da parte della numerosa comunità pakistana di Brescia e dei tanti amici che Sana aveva in città: che ora, tramite i social, continuano la lor battaglia chiedendo piena luce sull'accaduto, perché tutta la verità venga a galla e venga fatta giustizia sul caso della sfortunata ragazza, vittima di una violenza tribale che affonda le radici nel buio dei secoli. Il caso di Sana era esploso il caso a livello italiano e internazionale tanto da portare alla mobilitazione generale con l’hashtag ancora in corso #VeritàperSana e #TruthForSana.
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