VIKTORIIA DEVE RESTARE A BRESCIA

Il Pubblico Ministero Donato Greco ha deciso che si potrà tenere il funerale di Viktoriia Vovkotrub, ma che dovrà essere sepolta a Brescia per eventuali necessità necroscopiche che si dovessero presentare durante la fase conclusiva delle indagini ed il processo che dovrebbe seguire alla sua morte violenta. Viktoriia, 42enne badante ucraina con lavori saltuari come barista a Brescia, uccisa nella notte tra il 4 e il 5 novembre, il cui corpo è stato ritrovato sotto un metro di terra i in una bocciofila abbandonata di via Divisione Acqui, su indicazione agli inquirenti da parte dell'ex compagno Kadrus Berisa, 60enne serbo in carcere con l'accusa di omicidio volontario, è stata uccisa con 5 coltellate al cuore, dopo essere stata stordita con un forte colpo alla testa, come emerso dall'autopsia svolta al Civile di Brescia dal medico legale Nicoletta Cerri, martedì 17 novembre. Berisa, attualmente in carcere con la pesante accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere, non ha mai confessato il delitto, ma si è limitato ad indicare agli inquirenti il luogo dove potevano trovare il cadavere di Viktoriia. Mentre continuano le indagini per verificare se il 60enne abbia agito da solo o se, più verosimilmente, abbia avuto un complice, il pm Greco ha dunque acconsentito allo svolgimento del funerale che è stato fissato per questo sabato pomeriggio nella chiesa parrocchiale di Sant'Alessandro, invia Moretto a Brescia. Da una decina di giorni è arrivato in città il figlio 21enne di Viktoria, assistito dall'avvocato Michela Gafforini; in settimana sono attesi dall'Ucraina anche i genitori della donna, mentre la figlia di 17 anni resterà in patria. La famiglia parteciperà al funerale, ma la salma di Viktoriia dovrà rimanere a Brescia per eventuali esigenze processuali una volta che la vicenda approderà davanti ad un giudice e qualora servissero accertamenti diversi da quelli già effettuati e tali da rendere necessaria la riesumazione del cadavere. I legali di Kadrus Berisa nelle prossime settimane potrebbero chiedere un interrogatorio davanti al magistrato titolare dell’inchiesta e arrivare ad un punto chiaro e decisivo della brutta vicenda.

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