SI CERCA UN COMPLICE
Le prime indiscrezioni sull'esame del corpo di Viktoriia Vovkotrub, la 42enne ucraina uccisa e sepolta nel parco abbandonato di una vecchia bocciofila di via Divisione Acqui a Brescia a pochi metri dalla casa di via Fiume dove abita Berisa Kadrus, 60enne serbo che lì aveva convissuto un paio di anni con Viktoriia, indicano che la donna è stata uccisa con almeno tre coltellate dirette al cuore e all'altezza della nuca. L'omicidio è avvenuto nella casa di Berisa, dove in passato i due avevano vissuto: gli inquirenti hanno trovato prove inconfutabili di tracce ematiche sui muri, riconducibili ad una colluttazione. Il sangue è quello di Viktoriia che si sarebbe difesa dal suo assassino. Sul cadavere è stata trovata anche una profonda ferita che la donna potrebbe essersi procurata nella caduta, sbattendo contro il mobile a parete dove sono state isolate molte tracce di sangue al momento del sopralluogo della Scientifica dei carabinieri. In data odierna il sostituto procuratore Donato Greco potrà avere maggiori certezze, grazie alle prime indiscrezioni sull'autopsia che sarà eseguita nel reparto di Medicina legale del Civile di Brescia, alla presenza dei consulenti di parte. Uno di essi è stato nominato dall'avvocato Michela Gafforini che rappresenta il figlio 21enne della donna uccisa, arrivato dall'Ucraina venerdì, sotto choc dopo aver saputo del ritrovamento del cadavere. In Ucraina, con la nonna materna, è invece rimasta la figlia di Viktoria che si trovava a Brescia da tempo dove lavorava come badante e barista, per mantenere i figli a scuola. Kadrus Berisa non ha confessato l’omicidio: si era limitato ad indicare dove aveva occultato il cadavere, mentre gli inquirenti stanno stringendo il cerchio attorno al possibile complice: si tratterebbe di un amico del 60enne serbo che lo avrebbe aiutato nella fase finale della lunga notte di mercoledì 4 novembre, quando il corpo senza vita di Viktoriia è stato prima trasportato fuori dall’appartamento teatro dell’omicidio e poi sepolto nella fosse scavata nella vecchia bocciofila, diventata nel tempo una discarica di cui il serbo aveva le chiavi perché scaricava in quello spazio il materiale che prendeva dalle cantine e dai garage che svuotava su incarico dei proprietari.
Commenti
Nessun commento è stato ancora pubblicato.
Condividi la tua opinione qui sotto!