ARRESTATO IL PROMESSO SPOSO DI SANA

La polizia di Gujrat ha scritto nei documenti della morte di Sana Cheema, la ragazza di origini pakistane da anni abitante a Brescia e uccisa il 18 aprile scorso nel suo villaggio in Pakistan, che il cadavere presentava l’osso del collo rotto per probabile strangolamento. E la stessa polizia nelle ultime ore ha arrestato anche i due cugini diretti di Sana: uno avrebbe portato il cadavere nel cimitero dove la giovane è stata sepolta in tutta fretta, mentre il secondo è l’uomo che la famiglia Cheema aveva scelto come marito di Sana. Ma la ragazza aveva un fidanzato a Brescia con il quale intendeva costruirsi una vita: ha rifiutato quindi il marito scelto per lei dalla famiglia. Appena arrivata in Pakistan prima di Natale, i parenti più stretti avevano iniziato a convincerla a sposarsi con il cugino di primo grado. Ma la 25enne non era innamorata del ragazzo scelto per lei e non ha ceduto al matrimonio combinato, pagato con terreni e regali alla famiglia del futuro sposo. Voleva tornare in Italia e proseguire la sua vita: ma il padre l’ha uccisa perché non poteva accettare che tutti sapessero che non era stato in grado di far valere il suo ruolo di padre padrone. Secondo i rapporti dell’Agenzia investigativa federale pakistana, i due cugini di Sana, Aijaz e Faraz Khizer sono stati bloccati in queste ore all’aeroporto di Islamabad, mentre stavano cercando di fuggire dal Pakistan su un volo diretto ad Istanbul e nei loro piani c’era poi un trasferimento in Europa. Con i due delle scorse ore salgono a cinque gli arrestati per omicidio e sepoltura senza autorizzazione. Le autorità pakistane hanno riferito ai colleghi italiani la ricostruzione dei fatti: Sana Cheema sarebbe stata strangolata in casa dal padre Mustafa mentre il fratello Adnan e lo zio la tenevano ferma. Tutto sotto gli occhi della madre Nargis Tahira, spettatrice di un delitto d’onore.

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