NUOVI ELEMENTI SUL CASO BOZZOLI

C'è un'indagine della Guardia di Finanza del 2014 che potrebbe servire ad arrivare alla verità sul giallo della fonderia Bozzoli di Marcheno, dalla quale non sarebbe mai uscito Mario Bozzoli, contitolare dell'Azienda con il fratello Adelio, dopo l'ultima telefonata alla moglie delle 19.16 del 8 ottobre 2015. Il Procuratore capo della Repubblica di Brescia Pierluigi Maria Dell'Osso non ha voluto l'archiviazione delle indagini, avocando a sé l'inchiesta della sparizione nel nulla di Mario Bozzoli e la seconda in chiesta, che riguarda la morte del suo operaio Giuseppe Gherardini, il cui corpo senza vita è stato trovato qualche giorno dopo la sparizione di Mario Bozzoli, in un boschetto di abeti e larici alle Case di Viso in alta Vallecamonica. L'inchiesta delle fiamme Gialle del 2014 aveva portato all'iscrizione nel fascicolo del pm Mauro Leo Tenaglia di una settantina di imprenditori per reati fiscali, tra cui i due fratelli Bozzoli. Ora proprio il sostituto procuratore Tenaglia ha chiesto sei mesi di proroga delle indagini relativamente alle posizioni dei Bozzoli, stralciando gli altri coinvolti, e il gip Cesare Bonamartini deciderà se concedere ulteriore tempo nell’udienza fissata per il 28 maggio. Una nuova finestra potrebbe essere utile agli inquirenti per proseguire nell’analisi dei conti della fonderia, oggi fallita e passata di mano. Si tratta di un lavoro parallelo a quello che la Finanza sta effettuando dopo i sequestri nella nuova azienda di Bedizzole di Adelio, Alex e Giacomo Bozzoli. Chi indaga sul giallo di Marcheno è convinto che la soluzione vada ritrovata tra le pieghe delle operazioni finanziarie del quinquennio 2010-2015. Da quando le indagini sono passate direttamente nelle mani del procuratore capo, sono emerse le differenze di vedute tra MarioBozzoli da una parte e dall'altra il fratello Adelio con i suoi figli, Giacomo e Alex, in merito alla qualità del prodotto. Una testimone, ascoltata dai carabinieri recentemente, che ha avuto rapporti professionali, con pagamenti anche in nero, soprattutto con GiacomoBozzoli, avrebbe riferito di aver subìto anche una truffa, ottenendo un prodotto di qualità inferiore rispetto agli ordini e sarebbe stata invitata dallo stesso Giacomo Bozzoli a non proseguire nelle lamentele per non incorrere in spiacevoli conseguenze. Già l’ex fidanzata di Giacomo aveva dichiarato «Giacomo mi parlò di un piano per uccidere lo zio», mentre un operaio aveva dichiarato agli inquirenti che Giacomo «mi propose dei soldi per picchiare Mario». Sin tratta di tasselli sui quali la Procura generale potrebbe costruire già entro l’estate la richiesta di rinvio a giudizio per tutti i coinvolti per omicidio volontario e distruzione di cadavere. Mentre le sorelle di Giuseppe Ghirardini, stanno ripetendo che il loro fratello «Non si è suicidato. È stato ucciso». Lo hanno detto anche ai carabinieri che nelle scorse ore le hanno interrogate su mandato della Procura generale. Hanno spiegato che il fratello era legato, fin dai tempi della scuola a Mario Bozzoli e che aveva scoperto qualcosa sulla scomparsa che non sarebbe riuscito a riferire. A mesi sull'intera vicenda potrebbero esserci importanti sviluppi, stando almeno al percorso decisamente nuovo che hanno preso le indagini

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