LA MOGLIE DI BOZZOLI VUOLE CHIAREZZA

La popolare trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto?” di questo mercoledì mercoledì 25 aprile ha riportato alla luce il caso Bozzoli, legato alla scomparsa del noto imprenditore, Mario Bozzoli, dalla sua azienda, la Bozzoli metalli fonderie, di Marcheno la sera del 10 ottobre 2015. Le indagini, proseguite per mesi e concluse con la richiesta da parte del pm di archiviazione del caso, grazie anche alla tenacia della moglie Irene Zubani è stato ripreso in considerazione dal Procuratore generale di Brescia Pierluigi Maria dell'Osso che ha avocato a sé l'inchiesta e ha dato nuovo impulso alle indagini. In queste ore sono emersi fatti ed elementi nuovi che potrebbero riscrivere la storia di quelle ore nascoste dal mistero: e in particolare si fa riferimento a una poltrona, una felpa e un manganello. La felpa di Mario Bozzoli sarebbe stata ritrovata nell’ufficio del fratello Adelio dopo che la fabbrica era stata dissequestrata: indumento che l’operaio Giuseppe Ghirardini, trovato morto a Ponte di Legno sei giorni dopo la scomparsa di Bozzoli nell’ottobre del 2015, aveva detto di aver sempre visto sulle spalle del suo datore di lavoro. Accanto alla felpa c’era anche un manganello. A questo si aggiunge una poltrona presente negli spogliatoi e che l’imprenditore avrebbe sempre usato per riposarsi durante i turni di lavoro e al termine della giornata. Il problema è che proprio quella poltrona, secondo quanto risulta, sarebbe stata gettata dopo il dissequestro dell’azienda e come se potesse contenere elementi utili ai fini delle indagini. Si tratta di dati aggiuntivi rispetto alle grosse cifre di denaro trasferite e che la procura sta valutando, insieme all’incidente probatorio sull’ex fidanzata di Giacomo Bozzoli, nipote dello scomparso. Lui, con il fratello Alex e gli operai Oscar Maggi e Aboagye, è ancora accusato di omicidio volontario e distruzione di cadavere. L'ex fidanzata di Giacomo avrebbe dichiarato che Giacomo stava progettando l'omicidio dello zio. Irene Zubani, moglie del datore di lavoro sparito e che si dice soddisfatta del fatto che la procura generale di Brescia abbia deciso di avocare l’inchiesta per poter arrivare alla verità.

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