IL GIP NON ARCHIVIA IL CASO GHIRARDINI

La morte di Giuseppe Ghirardini, a cinque anni di distanza, è ancora avvolta nel mistero e l'indagine non può essere archiviata. Lo ha deciso il Gip Elena Stefana che si è pronunciato contro l'archiviazione del caso avanzata dalla Procura, raccogliendo la richiesta dei legali delle sorelle e dell'ex moglie dell'uomo che non hanno mai creduto all'ipotesi del suicidio e disponendo un supplemento di indagini. Giuseppe Ghirardini, operaio della Bozzoli di Marcheno, venne trovato morto il 18 ottobre del 2015 tra i boschi di Ponte di Legno e le indagini, collegate al caso della scomparsa dell'imprenditore Mario Bozzoli, non  hanno chiarito le misteriose circostanze della sua morte. Indagini fino ad ora lacunose, come le ha definite il gip, che quindi devono andare avanti. Il termine è stato fissato tra 180 giorni. L'operaio era addetto ai forni nella fonderia Bozzoli e scomparve nel nulla sei giorni dopo la scomparsa di Mario Bozzoli, proprio quando i carabinieri lo attendevano in caserma per interrogarlo. Venne trovato cadavere dopo giorni di ricerche, a Case di Viso,in Valle Camonica, sotto un albero e con due capsule di cianuro nello stomaco. La Procura generale, dopo aver avocato l'inchiesta, aveva iscritto nel registro degli indagati i nipoti di Mario Bozzoli, ovvero Alex la cui posizione è stata archiviata e Giacomo Bozzoli ora rinviato a giudizio nel processo per fare luce sulla morte dello zio, con l'accusa di istigazione al suicidio nei confronti di Giuseppe Ghirardini, ipotizzando un legame tra la morte dell'operaio e quella dell'imprenditore di Marcheno, ma le prove non furono mai trovate e i due casi sono rimasti due gialli paralleli che hanno scosso due valli bresciane ma che non si sono mai intrecciati e che sono rimasti avvolti nel mistero.

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