4 INTOSSICATI DAI FUNGHI
L'’Ats di Bergamo lancia l’appello:“Non dimenticate mai di far controllare i funghi, prima di prepararli per i pasti”. Non è casuale linvito essendo che nelle ultime giornate sono state ben 4 le persone intossicate, in due distinte situazioni. Per alcuni di loro il rischio è stato grande. Una pratica, quella di far controllare i funghi, che è spesso disattesa, ma che dovrebbe diventare un’abitudine salva-vita. Anche perché gli esperti dell’Ispettorato micologico forniscono agli utenti consigli anche sulla commestibilità: bisogna sapere infatti come cucinarli, per non avere problemi. È il caso proprio dell’episodio della coppia milanese che si è sentita male. I due, marito e moglie, erano in vacanza in Val Serina ed erano usciti nei boschi proprio quella mattina: l’escursione aveva dato buoni frutti, ed erano tornati a casa con esemplari di Boletus luridus. Questo tipo di fungo è però commestibile soltanto previa cottura prolungata. I sintomi dell’intossicazione sono disturbi gastroenterici piuttosto importanti, proprio come è accaduto ai due turisti. Trasferiti al pronto soccorso del Papa Giovanni di Bergamo, sono stati fortunatamente solo sottoposti ad un trattamento farmacologico, senza lavanda gastrica, per stare meglio: sono stati dimessi già il giorno successivo. Molto più rischioso il caso successivo: sempre marito e moglie, della Valle Seriana, sui 70 anni, sono usciti per andare a funghi nella loro zona e hanno riempito il cestino di russule nere, ma tra questi esemplari si nascondeva un fungo particolarmente velenoso, l’amanita falloide, che nulla a che fare con la russula. Un fungo potenzialmente mortale e che per il suo elevato polimorfismo può essere confuso con altre specie. Li hanno cotti tutti insieme, e li hanno mangiati. Il grosso rischio sta nel fatto che l’intossicazione da amanita falloide può dare i primi sintomi anche 24 ore dopo l’ingestione. Quando ormai la tossina è già in circolo, e il fegato ha subito danni. Fortuna per i due non era a un livello di intossicazione irreversibile. Arrivati al pronto soccorso di Alzano lombardo in condizioni preoccupanti, è stato avvertito il Centro antiveleni e l’Ispettorato micologico che sono riusciti a risalire alla causa del malore, l’amanita falloide appunto. Sottoposti a lavanda gastrica e a diuresi forzata: i loro organi vitali sono stati quindi salvaguardati e la funzionalità del fegato non è stata compromessa.
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