CINQUE INTOSSICATI DAI FUNGHI

Avrebbe dovuto essere una passeggiata come tante, a spasso nei boschi della Valle Seriana sopra Piario, con l'intento di raccogliere funghi porcini e così è stato. A questo è seguito un pranzo in compagnia e poi purtroppo la corsa in ospedale. In cinque sono finiti mercoledì 28 agosto al pronto soccorso per intossicazione da funghi. A sorprendere il fatto che le persone coinvolte fossero per lo più anziani che per anni li hanno raccolti e si consideravano a tutti gli effetti degli esperti conoscitori delle diverse specie e almeno sui porcini non avevano dubbi. A raccontare quello che è accaduto la figlia di una delle coppie protagoniste di questa disavventura finita fortunatamente nel migliore dei modi. I fastidi sono iniziati dopo un paio di ore. I sintomi sono stati quelli consueti. Ad avvertire i disturbi un primo commensale seguito da altri 4. Si proceva quindi all'attivazione dei soccorsi. Il 118 inviava sul posto personale sanitario che procedeva al trasferimento, per le cure del caso, al vicino nosocomio di Piario. Da una verifica svolta, risulterebbe che i porcini cucinati fossero effettivamente commestibili, ma evidentemente mescolati ad altri tossici non presenti tra quelli rimasti in padella. L'invito è come sempre quello di far analizzare da un esperto micologo della Asl di zona quanto raccolto, la consulenza è gratuita. Come procedere lo spiega il Ministero della Salute: “I funghi presentati al controllo dovranno essere: contenuti in contenitori rigidi e forati (cestini o analoghi contenitori), freschi (non congelati o scongelati, non essiccati, non diversamente conservati), interi (non recisi o tagliati, non spezzettati, non lavati, non raschiati o comunque privi di parti essenziali al loro riconoscimento), puliti da terriccio, foglie e/o altri corpi estranei,sufficientemente sviluppati da presentare tutti i caratteri necessari al riconoscimento della specie, in buono stato di conservazione (non tarlati, non ammuffiti, non fradici, non eccessivamente maturi)”. Diffidando, al contrario, di pratiche ciarlatane e finti esperti: “Le prove empiriche per verificare se un fungo è commestibile o velenoso (come le prove con l’aglio, monete d’argento ecc.), spesso consigliate da presunti intenditori non sono affidabili. Diffidate inoltre degli esperti improvvisati” conclude il Ministero della Salute.

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