A SCUOLA SICURO

Un nuovo comitato di genitori che sta per nascere in Bergamasca. «Vado a scuola sicuro», questo il nome, sorgerà in conseguenza al drammatico incidente in cui ha perso la vita il quattordicenne Luigi Zanoletti, e dall’esperienza di genitori che da anni si impegnano nel chiedere qualche garanzia in più a chi gestisce le tratte del trasporto scolastico. «Nell’ultimo mese – racconta Luciano Corlazzoli, presidente del Comitato Genitori dell’Istituto Romero di Albino – i comitati delle scuole superiori dell’Ambito scolastico 2 (che comprende Valle Seriana e Valle di Scalve,) si sono incontrati più volte per capire come si potesse agire più concretamente su questo fronte. Abbiamo pensato di dar vita a un gruppo di lavoro che si occupi esclusivamente di queste tematiche, per poterle seguire ancora meglio di quanto fatto finora». Fino ad oggi il trasporto è uno dei tanti argomenti affrontati dal gruppo che riunisce tutti i comitati della provincia. “Volevamo qualcosa di più specifico – chiarisce Corlazzoli – che si concentrasse solo sul trasporto scolastico delle scuole superiori”. . Il nuovo comitato ufficialmente non è ancora nato, ma il lavoro dei genitori per la sicurezza dei trasporti è in atto già da tempo. Domani, alle 16,30 il primo incontro durante un’assemblea in cui verranno individuati i cinque rappresentanti e sempre domani partirà un tavolo in Regione ai cui parteciperanno in prima persona tutte le realtà coinvolte. Il problema è quello di sempre, il sovraffollamento dei mezzi. «Ma l’azienda ci ha sempre risposto – spiega Corlazzoli – che il numero dei mezzi viene calcolato sulla base degli abbonamenti annuali sottoscritti dagli studenti. Bisogna sottolineare però che molti studenti non scelgono l’annuale, ma il mensile o il settimanale. Poi ci è stato anche detto che sono tanti coloro che non pagano proprio l’abbonamento. Ci è sembrato così strano che siano tanti nella nostra provincia coloro che non pagano». Un altro tema di discussione ha riguardato il comportamento dei ragazzi: «maleducati, pare – conclude Corlazzoli – e che rispettano poco le regole. Per forza si affrettano verso i pullman quando sono ancora in movimento: sanno che gli spazi non sono sufficienti e provano a non restare a piedi, anche quando devono salire su mezzi dove sono schiacciati come sardine. Le aziende ci dicono che i pullman non caricano più persone del consentito, ma visto come i ragazzi, spesso, sono schiacciati, non sappiamo se sia proprio vero.

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