MIGLIETTI L’UOMO DEL DESERTO
Più di quattro milioni di impronte impresse nel corso degli anni nel deserto del Sahara: un numero destinato ad aumentare dopo la sua ultima avventura. Stefano Miglietti, 51enne runner brianzolo, ma ormai di casa a Monticelli Brusati, lo scorso novembre si è reso protagonista dell’ennesima impresa al limite: concatenare e attraversare sei deserti nel sud-est del Marocco, formazioni che alternano substrato roccioso e sabbia, fino a giungere alla Kasbah di M’Hamid. 530 chilometri complessivi di marcia contro la fatica, contro se stesso, in un dialogo tra corpo e mente, percorsi con successo a ritmi vertiginosi: 120 chilometri giornalieri, per una sfida a madre natura completata in quattro giorni e dieci ore. Stefano, imprenditore e padre di tre figli, non è nuovo a questo genere di imprese. Primo uomo al mondo, nel 2003, ad attraversare a piedi l’Erg Murzuq, in Libia; due volte vincitore della Yukun Artic Ultra, corsa di scena tra i ghiacci del Canada, nel 2006 percorre in completa autonomia il Gran Mar di Sabbia egiziano. Sempre nel 2006 diventa anche il primo uomo al mondo ad attraversare il Gilf el Kebir, nel 2008 aggiunge alle sue conquiste anche il Kharafish, mentre nel 2011 stabilisce addirittura il nuovo record del mondo nelle 10 maratone desertiche no stop. Nell’anno successivo supera, infine, la depressione di Qattara, 250 chilometri, senza cibo né acqua. Sfide non certo adatte a tutti, che richiedono una preparazione maniacale e, in particolare, esperienza e motivazione.
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