PALLONCINI ROSSI CONTRO LA VIOLENZA

Un palloncino rosso per ogni donna uccisa. Impossibile trovarne così tanti. Ce ne vorrebbero 3 mila solo per le donne uccise dal 2000 ad oggi. In piazza a Pisogne questo sabato i partecipanti al flash mob organizzato dall'amministrazione comunale, ne hanno liberati in cielo 150, uno per ogni donna uccisa nel 2017. Ma la strage continua: nel 2018 sono già 80 le ragazze, donne, mamme, uccise per mano dell'uomo. Per le donne e gli uomini che hanno partecipato, radunarsi in un luogo pubblico, ballare sulle note di una canzone per fermarsi di colpo quando la musica si interrompe, indossando scarpe rosse e coinvolgendo ragazzi e bambini, è servito per fermarsi a riflettere sui volti, sulle storie, sui nomi che si celano dietro ai numeri e ai palloncini e ad interrogarsi sui motivi di una strage che non accenna a fermarsi. I dati parlano di una media di una donna uccisa ogni 72 ore. La donna è sempre stata vittima dell'uomo: sottomessa, picchiata, violentata, uccisa. Ha dovuto lottare per ritagliarsi uguali diritti e dignità nella società dove molto resta da fare ed è nelle case, tra le mura domestiche, che l'uomo manifesta di avere ancora nell'animo quell'antica radice culturale alimentata dall'odio e dall'ignoranza, così difficile da estirpare. E' quindi all'uomo che va il messaggio della Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle donne ed è alle famiglie, alle scuole, alla società nel complesso che bisogna chiedere di educare al rispetto reciproco e al rifiuto di ogni forma di violenza. Le tante manifestazioni organizzate nell'ambito del 25 novembre, devono fare riflettere le donne che subiscono violenza e che hanno troppa paura per denunciare oppure credono di poter gestire la situazione da sole. Lo pensavano anche tutte quelle donne di cui ora resta solo il ricordo e che non possono più parlare. Ma la cui storia può continuare ad insegnare.

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