SALE MARASINO RICORDA LE DONNE UCCISE

Passando per il lungolago di Sale Marasino a piedi o in macchina, sarà impossibile non fermarsi a riflettere su un fenomeno, il femminicidio, che nel 2016 è costato la morte in Italia di 116 donne. Così l'amministrazione comunale di Sale Marasino, con la Commissione Cultura, la Biblioteca e la Pro Loco, ha deciso di contribuire alla riflessione del 25 novembre, gironata mondiale contro la violenza sulle donne, con un'installazione composta da 117 cubi, ognuno dedicato ad una donna uccisa, la cui storia è raccontata con un riassunto e simboleggiata da un paio di scarpe rosse o più paia come nel caso di Giada Agrosi, bambina di 10 anni, uccisa dal padre che ha spento, quella notte a Cornigliano, anche la luce della sua mamma e della sua sorella di 14 anni. Natalia Gorbati, 38anni, sgozzata nella sua casa a Roma dal fratello dopo un litigio. Angela Pietrantonio 83 anni, uccisa dal figlio 51enne che viveva in casa con lei. La mano che ha ucciso queste 116 donne nel 2016 è quasi sempre, quella di chi doveva amarle e proteggerle, la mano di qualcuno, compagno, marito, padre, fratello o figlio, che da queste donne ha ricevuto amore e in cambio ha dato morte. L'installazione rimarrà esposta dal 18 fino al 30 novembre ed è composta da 230 scarpe. 10 paia in queste ore sono state rubate. Un gesto vile che testimonia, quanto ancora la società di oggi debba lavorare per un cambiamento culturale che coinvolge in primo luogo, gli uomini. Le iniziative organizzate per il 25 novembre, prevedono anche una camminata con le donne, una lezione di autodifesa e momenti di riflessione attraverso l'arte e la lettura.

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