DAGLI ALPEGGI BRESCIANI AL PO

Massimo fa il pastore per tradizione e passione: alleva pecore e qualche capra, ha i suoi cani per il gregge e qualche asinello per portare gli agnelli appena nati. Con lui c'è il figlio Matteo, 20 anni, un diploma alla scuola agraria, deciso a diventare lui stesso pastore. Hanno un aitante, Gabriele di Varese, che con Massimo e Matteo condivide il duro lavoro della conduzione in sicurezza del grande gregge di un migliaio di pecore. Partono a ottobre dai pascoli alti, scollinano Val Trompia , Val Sabbia, il Garda, raggiungono il Po per arrivare a Ferrara e svernare. Questi pastori, come altri bresciani e bergamaschi, praticano il pascolo vagante, normato dal decreto legge del 13 novembre 2.000 che prevede le norme sanitarie relative all'alpeggio, alla transumanza ed al pascolo vagante di ovini e caprini. La cura quotidiana e assidua degli animali, del loro stato di salute, delle nascite degli agnelli e della ricerca di cibo è dunque la prima preoccupazione di ogni pastore che alla politica chiede una cosa prima di ogni altra.

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