LA SCUOLA DI DON MILANI
Tre tavoli disposti a ferro di cavallo, uno stufa a legna al centro, una lampada a gas, lezioni all'aperto d'estate, lezioni di pittura, nuoto in piscina e laboratori per imparare a lavorare il legno e il ferro. E soprattutto, tanta umanità. Questa era la scuola di Barbiana di Don Lorenzo Milani, raccontata nel libro “La Repubblica di Barbiana” che Paolo Landi ha presentato martedì 19 febbraio all'Eremo di Bienno. Un incontro organizzato dalle Fiamme Verdi per portare all'attenzione dei presenti una preziosa testimonianza di vita, con la partecipazione di Savino Pezzotta, già segretario nazionale della Cisl e parlamentare. La scuola di Don Milani, rivolta ai bambini poveri nell'isolata scuola di Barbiana, non aveva programmi né voti, solo scuola come insegnamento di vita. Il suo obiettivo era di fare dei suoi allievi persone pensanti e libere. Per farlo usava metodologie anticonformiste ed esperienze dirette. Voleva una scuola diversa per tutti e aperta a tutti. I suoi scritti innescarono aspre polemiche, coinvolgendo la Chiesa cattolica, gli intellettuali e politici dell'epoca. Oggi il Papa prega sulla sua tomba, il Ministero dell'Istruzione lo porta come esempio di educatore illuminato, lo Stato lo ha riabilitato intitolando alla sua memoria molte scuole.
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